Ponte Galeria, nuove proteste: bocche cucite e sciopero della fame
Ieri la protesta è riesplosa a Ponte Galeria e 15 migranti marocchini arrivati a Lampedusa e trasferiti poi a Roma si sono nuovamente cuciti le labbra, mentre altri ancora hanno intrapreso lo sciopero della fame (e alcuni anche della sete), annunciando che da oggi lo sciopero si sarebbe esteso a tutta la sezione maschile. La tensione è piuttosto alta e alcuni giornalisti sono entrati all’interno del Cie per documentare quanto sta accadendo.
Il messaggio lanciato dai migranti è chiaro: a più di un mese dalla protesta esplosa a ridosso di Natale, interrotta solo di fronte alla promessa di un miglioramento delle condizioni di detenzione, nulla è cambiato. I fiumi di parole di ipocrito stupore e di vane garanzie imperversate per giorni a ridosso dello scandalo di Lampedusa hanno lasciato il posto ad un nulla di fatto non appena il caso mediatico si è sgonfiato.
Solo la protesta e la determinazione a farsi ascoltare dei migranti rinchiusi a Ponte Galeria ha riportato all’attenzione di tutti l’urgenza di mettere la parola fine ai Cie.
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