A Torino si estende la mobilitazione per una solidarietà attiva nei confronti della resistenza palestinese.
A proposito del processo conclusosi in primo grado per i fatti di Confindustria a Torino, in occasione di una manifestazione studentesca dell’anno scorso contro l’alternanza scuola-lavoro, di seguito diamo spazio ad alcune valutazioni da parte degli studenti e delle studentesse coinvolti e che parteciparono alla mobilitazione di quel periodo.
I manifestanti contro la “Cop City” (il progetto del centro di addestramento della polizia di Atlanta, che dovrebbe estendersi su 5 ettari) si sono scontrati con la polizia durante una manifestazione lunedì.
Ieri 40esimo giorno di massacro israeliano contro la Striscia e contro la Cisgiordania, mercoledì 15 novembre 2023.
Si va a chiudere così un altro anno difficile per i paladini difensori del grande spreco dal nome TAV nuova linea Torino Lione. Scopriamo, se ancora ce ne fosse bisogno, che i soldatini a difesa delle recinzioni in val di susa sono stanchi e stufi.
L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha fatto conoscere la nuova struttura dell’autonomia zapatista, nella quale “il Comando e il Coordinamento dell’Autonomia è stato trasferito dalle JBG (Giunte di Buon Governo) e dai MAREZ (Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti) ai popoli e alle comunità”.
Questo pomeriggio a seguito di una partecipatissima assemblea chiamata da numerosi collettivi studenteschi e in solidarietà alla Palestina è stata occupata una sede dell’Università di Torino, Palazzo Nuovo. In vista della manifestazione studentesca chiamata per venerdì 17 novembre, in concomitanza con lo sciopero generale, sono in programma numerose iniziative per consolidare una solidarietà attiva nei confronti della resistenza palestinese.
Si è concluso ieri il processo di I grado che vedeva imputati 11 giovani per gli scontri davanti all’Unione Industriale nel febbraio 2022, durante una manifestazione contro l’alternanza scuola-lavoro e per protestare contro le morti di 2 giovani studenti vittime nello svolgimento dei loro stage.
Le carceri statunitensi, molte delle quali a gestione privata, sono veri luoghi di tortura, dove i reclusi arrivano ad essere affamati ed assetati, oltre che sfruttati nei lavori forzati.
Condividiamo di seguito l’appello alla mobilitazione in difesa delle Alpi Apuane del 16 dicembre a Carrara.