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Padroni che ammazzano

Si può ancora essere uccisi perché si cerca un lavoro migliore? A quanto pare sì. E’ successo a Chiavari dove Mahmoud Abdalla è stato ucciso a coltellate, fatto a pezzi e gettato nel fiume Entella dai suoi datori di lavoro.

Mahmoud lavorava presso la barberia ‘Aly Barber Shop’ a Sestri Ponente, ma era in cerca di un nuovo impiego più remunerativo. I due padroni dell’attività Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani Ali lo pagavano poco per il quantitavo di ore di lavoro svolte e non gli garantivano neanche il pranzo.

Dunque Mahmoud aveva trovato una possibilità a Pegli dove il titolare della barberia a cui aveva bussato gli aveva promesso di metterlo alla prova. Il suo possibile nuovo datore aveva postato alcuni video su Instagram delle sue prove di taglio, evidentemente soddisfatto del lavoro.

I due padroni preoccupati che Mahmoud portasse via con sé una parte della clientela e dunque di non poter sfruttare ulteriormente le sue capacità prima si sono recati dal titolare della barberia di Pegli intimandogli di non assumerlo e poi hanno ucciso il giovane.

Non è la prima volta che accade una cosa del genere negli ultimi anni: nel foggiano nel 2021 un padrone aveva ucciso a martellate un operaio edile per motivi economici. Nell’abbruttimento complessivo della società l’idea che i datori di lavoro possano disporre come vogliono della vita dei propri dipendenti è sempre più radicata e se si esplicita con questo livello di brutalità in occasioni circoscritte è invece meno evidente, ma estremamente diffusa negli episodi di microviolenza quotidiana che i lavoratori subiscono.

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