Strage a Mestre, autobus precipita dal viadotto. Si indaga sulle cause
Si indaga sulle cause della strage di turisti provocata dal bus precipitato ieri sera dal viadotto di Mestre. 21 i morti, 15 i feriti, dei quali 4 ricoverati in terapia intensiva.
Morto l’autista del mezzo, unica vittima italiana: si tratta di un quarantenne che stava percorrendo il cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera quando, per cause che non appaiono ancora chiare, ha sfondato un parapetto precipitando per circa 15 metri e finendo tra un magazzino e i binari della stazione di Mestre, prendendo fuoco. Alcune delle prime vittime recuperate sarebbero morte carbonizzate.
I colleghi dell’autista lo definiscono esperto e ricordano come fosse in attività da 7 anni. Da quanto emergerebbe aveva preso servizio 90 minuti prima, un dettaglio che sembrerebbe escludere l’ipotesi di un colpo di sonno, ma non quella del malore improvviso. Si è anche parlato di un incendio a bordo del mezzo o di un problema tecnico, ma il mezzo era stato inaugurato solo un anno fa. Inoltre immagini mostrano il bus poco prima di cadere dal cavalcavia: il mezzo arriva, rallenta e inizia a frenare, mentre accanto ci sono altri bus e auto in coda per il traffico. Sarebbe a velocità ridotta quando sfonda il guard rail.
Il procuratore capo di Venezia Cherchi ha detto che un riesame di quanto accaduto sarà fatto però solamente oggi. “Noi allo stato non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti”, ha detto, rimandando alle prossime ore ulteriori commenti. E l’Asaps, associazione che si occupa di sicurezza stradale, solleva il tema del guard rail giudicato “troppo basso per contenere un veicolo di quel peso”.
Da Marghera Andrea Rossini, giornalista Rai. Ascolta o Scarica.
“La dinamica dell’incidente è ancora avvolta da mille interrogativi ma non possiamo accontentarci della solita banalizzazione che ha già sfornato il verdetto: malore del conducente, errore umano” scrive in una nota l’USB che denuncia come la società Linea del gruppo fiorentino Human Company “sono ben conosciute per le modalità organizzative del lavoro, con turni massacranti e straordinari”. Rilanciano quindi lo sciopero nazionale di 24 ore del 9 ottobre 2023 rivendicando “il diritto a lavorare in sicurezza, il diritto di scioperare e ad avere un salario dignitoso”.
Michele Frullo, USB Trasporti e autista di autobus. Ascolta o Scarica.
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