La bancada ruralista, il blocco dei latifondisti brasiliani al Congresso, è riuscita ad imporre una legge che mette in discussione la stessa sopravvivenza delle popolazioni native.
Ma la distanza tra il Brasile e gli Stati Uniti è molto più che geografica.
L’assalto al parlamento a Brasilia è fallito e non avrebbe potuto essere altrimenti, visto il mancato sostegno delle forze armate cui Bolsonaro si è frequentemente richiamato, e che sono state ampiamente sostenute dall’ex presidente.
Questa domenica i simpatizzanti dell’ex presidente Jair Bolsonaro che non accettano il risultato elettorale hanno occupato con la forza tre edifici pubblici, cioè il Palazzo di Planalto, il Congresso Nazionale e la sede del Supremo Tribunale Federale, rompendo il blocco realizzato nella Spianata dei Ministeri a Brasília dalla Polizia Militare e dalla Forza di Sicurezza.
Un punto di vista interessante sulla questione è sicuramente quello offerto dagli endorsement ricevuti in campagna elettorale dall’ex presidente Bolsonaro da parte di atleti di diverse discipline.
Il paese è spaccato anche geograficamente: Lula si è imposto in 13 Stati brasiliani, tutti nel nord e nord est, zone più rurali e povere, mentre Bolsonaro in 14, tutti nel sud e sud-ovest, storicamente più ricchi.
Che la maggioranza della popolazione mostra un per nulla sorprendente disprezzo per la politica elettorale. Ma i dati crudi parlano di un contundente rifiuto dell’ultradestra, molto maggiore che in altri quartieri della città.
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