Seconda parte della chiaccherata sul carcere torinese in compagnia di Giorgio Rossetto, compagno dell’autonomia torinese e della lotta No Tav, da poco libero dopo 8 mesi di detenzione.
Mi è arrivato un appello da firmare per invitare Alfredo Cospito a smettere lo sciopero della fame, ma non me la sono sentita di aderire perché ho iniziato di ricordare: “Ho passato cinque lunghi anni nell’isola dell’Asinara sottoposto al regime di tortura democratico del 41 bis, di cui un anno e sei mesi in completo […]
Essendo il carcere un dispositivo di sottomissione e infantilizzazione, i momenti di lotta e auto-organizzazione al suo interno non sono frequenti; talvolta però questa sedazione si incrina e gruppi di persone detenute scelgono di attivare pratiche collettive di rivendicazione.
Perché la digos spia due pensionati modenesi? La denuncia del Comitato Verità e Giustizia per i Morti di Sant’Anna
Pubblichiamo questa lettera inviata da Cecca, compagna che si trova nel carcere di Torino per aver espresso solidarietà a una donna, compagna molestata e picchiata dalle forze dell’ordine durante un fermo al cantiere di Chiomonte.
Domenica 12 Marzo – ore 14.00 | Piazzale Primo Maggio – MODENA
Alfredo Cospito, l’esponente anarchico in sciopero della fame da 115 giorni, è stato trasferito questo pomeriggio dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo di Milano, in una delle stanze riservate ai detenuti in 41 bis.
Considerazioni sulla condizione giovanile parlata da altri.
È di questi giorni la notizia che un agente della polizia penitenziaria di Biella sia stato arrestato e altri 27 sospesi dal servizio per ordine della Procura della provincia piemontese, per il reato di tortura sui detenuti nella casa circondariale di via dei Tigli.
Il carcere era fermo al Codice Rocco, di emanazione fascista: nel 1975 si arrivò al nuovo ordinamento penitenziario dove era contenuto anche l’articolo 90, che prevedeva la sospensione dei diritti per i reclusi nelle situazioni di emergenza.