Il commissariamento dell’azienda Alviero Martini Spa di Milano per sfruttamento lavorativo è l’ennesima occasione per riflettere sulle trasformazioni delle filiere del nostro paese e sulle devastanti condizioni di lavoro che stanno dietro il tanto celebrato “Made in Italy”.
Un grande striscione con scritto “siamo tutti Ansaldo” apre il corteo di oltre mille persone in solidarietà dei 16 lavoratori denunciati durante lo sciopero del 13 ottobre 2022 a difesa dello storico stabilimento genovese, culminato con l’occupazione dell’aeroporto e scontri con le forze dell’ordine.
Lotte operaie. Nessun licenziamento scatterà il primo gennaio 2024 per i 185 lavoratori e lavoratrici Ex GKN di Campi Bisenzio annunciati da Qf Spa in liquidazione.
Le fabbriche italiane hanno cominciato a licenziare i propri dipendenti a causa della recessione manifatturiera in corso cominciata dalla metà dello scorso anno.
Si può ancora essere uccisi perché si cerca un lavoro migliore? A quanto pare sì. E’ successo a Chiavari dove Mahmoud Abdalla è stato ucciso a coltellate, fatto a pezzi e gettato nel fiume Entella dai suoi datori di lavoro.
“Le manovre della digos e della magistratura non fermeranno un avanguardia di lotta che è presente ovunque, in porto, in città, a livello internazionale. Se la loro risposta è la repressione la nostra è e sarà lotta dura. Solidarietà per tutti gli indagati”
Abbiamo tradotto questo interessante articolo apparso sul blog Chuang che analizza senza concessioni, ma anche senza cedere alla disillusione i cicli di lotte operaie che hanno avuto luogo in Cina a cavallo dei due primi decenni del 2000.
Nuova marcia ieri, sabato 25 marzo a Firenze lanciata dal Collettivo di fabbrica ex Gkn di Campi Bisenzio, in lotta e in occupazione ormai da venti mesi. “Quello che stanno facendo ai lavoratori Gkn non possiamo permetterlo. Non possiamo permetterci un precedente così grave: il sequestro di diritti e salario per svuotare uno stabilimento e […]
Era il novembre 2018 quando avveniva la prima aggressione a colpi di mazze e coltelli a degli operai “colpevoli” di aver sciopero nel distretto contro lo sfruttamento.
Ancora una volta, la repressione si avventa su chi davanti ai cancelli della fabbrica esprime il proprio pensiero e la propria azione, dimenticandosi che oltre quei cancelli avvengono costantemente reati.