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#MaiConSalvini In Calabria contestazioni a Lamezia e Crotone, cariche a Catanzaro

 

 

Di seguito riportiamo il comunicato del Collettivo Autonomo Totem di Catanzaro:

Catanzaro si è svegliata, i catanzaresi non hanno chinato la testa. Una piazza meticcia in cui migranti e giovanissimi studenti e precari (componente largamente maggioritaria del corteo) hanno sfilato insieme ai vigili del fuoco e a cittadini comuni rompendo i divieti posti dalla questura “per motivi di ordine pubblico”. Ieri, infatti, nutrito gruppo di persone, anche provenienti da diversi punti della Calabria sono riuscite ad arrivare davanti Piazza Prefettura ,luogo intorno al quale era stata creata una vera e propria zona rossa, per urlare il loro disprezzo verso il modello razzista di “sicurezza” della Lega Nord. Una volta violata la zona rossa e arrivati sul corso, grazie alla solidarietà della popolazione è stato chiaro che gli unici ESTRANEI da respingere a Catanzaro erano il Savini il SAP e la politica corrotta che governa questa città! Un messaggio importante è arrivato al capoluogo, i cui residenti esprimendosi anche nel web hanno visto le forze dell’ordine difendere i politicanti chiusi nei palazzi del potere, manganellando chi invece si opponeva alla provocazione di Salvini e del Sap. Un opposizione anche nei confronti dei politici nostrani che hanno accolto il leghista, e che da anni si arricchiscono sulle spalle di tanti catanzaresi costretti a emigrare al Nord o all’estero. Il no del corteo #maiconsalvini era indirizzato anche a loro, che rappresentano una classe politica corrotta e collusa con il malaffare. Lo striscione esposto sopra il cavatore parlava chiaro: “L’insicurezza è il capitalismo. Sicuri di odiare il razzismo”. Ciò Significa che questo sistema, anteponendo i soldi alla dignità umana, genera disoccupazione, sfruttamento e insicurezza; i fratelli migranti sono, come noi meridionali – ieri e oggi – costretti a emigrare per cercare un lavoro, che però è spesso precario, malpagato e in condizioni di schiavitù: la colpa è di chi deve guadagnare sulla vita di chi lavora. Abbiamo quindi lanciato un messaggio chiaro a chi vuole fomentare la guerra tra poveri, tra italiani e migranti: il Sud non accetta le provocazioni di chi fino a ieri diffondeva l’odio verso il meridionale, e ora fa fronte comune insieme alle altre estreme destre per dire che il colpevole è chi è costretto a migrare. “Siamo tutti clandestini” se si tratta di difendere il nostro diritto a cercare un presente e un futuro migliore per sé e la propria famiglia! La vittoria di questa giornata è da ricondurre principalmente – all’essersi ripresi una piazza e il proprio diritto di espressione; – all’aver riscoperto il proprio orgoglio e la propria volontà di cambiamento; – all’aver indicato come modello di sicurezza, la dignità di avere una casa, un reddito e una sanità garantiti per tutti. #MaiConSalvini

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