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Processo a neonazisti NSU tra polemiche e appoggio dei servizi segreti

E´ iniziato ieri, 6 Maggio, a Monaco di Baviera quello che i giornali tedeschi considerano, senza troppa enfasi e non a torto, il più importante processo legale contro organizzazioni neonaziste dal dopoguerra a oggi (molti media rimandano a paragoni storici addirittura con il più noto processo di Norimberga del 1948).

Questo processo diventa centrale nel dibattito tedesco essendo ormai conclamati l’aiuto e la copertura che “la banda del Kebab” hanno ricevuto negli anni dai servizi segreti tedeschi.

Dieci omicidi, decine di attentati e rapine a sfondo razzista. E moltissimi lati poco chiari su cui l’opinione pubblica tedesca sta dibattendo in questi giorni, in contemporanea all´inizio del processo.
A conferma di quanto il dibattito su questo processo sia vivo basti pensare che la prima udienza, il 17 aprile scorso, era stata rinviata a causa delle polemiche sull’esiguo numero di posti messi a disposizione della stampa, che aveva impedito a moltissimi inviati della stampa estera di accreditarsi. In un primo momento, infatti, il tribunale di Monaco di Baviera, seguendo la procedura ordinaria in Germania, non aveva assegnato posti alla stampa e alle televisioni turche, nonostante il fatto che ben otto delle dieci vittime totali del gruppo terroristico Nsu – Clandestinità Nazionalsocialista – fossero appunto turchi. Un’esclusione che in Turchia e anche nella vasta comunità turca tedesca aveva scatenato feroci polemiche e una piccola tensione diplomatica. Il tribunale di Monaco, sotto pressione, alla fine ha rinviato l´inizio del processo al 6 Maggio e ha cambiato l´assegnazione dei posti riservati ai giornalisti. Ai media turchi sono stati assegnati alla fine 4 posti, ma oggi molti grandi media tedeschi sono rimasti esclusi, con ulteriori polemiche.

Il processo si sta trasformando in un dibattito pubblico sul neonazismo e sui fenomeni di recrudescenza che in Germania caratterizzano alcune aree del paese (sull´onda di queste pressioni il Reichstag sta discutendo in modo molto lento una legge per la messa al bando del partito neo nazista e razzista NPD proposta addirittura da Angela Merkel); il Ministro degli Esteri tedesco ha dovuto fare mea culpa per gli errori commessi durante l’inchiesta, riconoscendo urbi et orbi che gli omicidi commessi dalla NSU – otto turchi, uno di origine greca e una poliziotta tedesca – “hanno rappresentato senza il minimo dubbio una delle minacce più gravi ai diritti dell’uomo in questi ultimi anni in Germania”.

Tuttavia dal processo, e dall´inchiesta, secondo molti media tedeschi e turchi stanno emergendo particolari inquietanti (che alla memoria degli italiani riportano allo stragismo nero e alle pratiche di gruppi come Terza Posizione e NAR). Sta diventando sempre più evidente, infatti, che per anni, mentre la polizia indagava su reati e violenze che prendevano di mira in particolare gli immigrati che lavoravano nelle kebabberie (da qui il nome di ‘banda del kebab’) i servizi segreti federali supportavano attivamente i neonazisti, depistavano le indagini e ne nascondevano le tracce. Tra l’altro, due membri del gruppo fondamentali ai fini dell´indagine, Uwe Boehnhardt e Uwe Mundlos, furono trovati misteriosamente senza vita il 4 novembre del 2011 all’interno di una roulotte. La stessa base del gruppo Nationalsozialistische Untergrund a Zwickau, è stata bruciata dalla principale imputata al processo Beate Zschaepe, subito prima di consegnarsi alla polizia tedesca l’8 novembre 2011 dopo aver vissuto 13 anni in clandestinità.

Questa serie di anomalie e zone d´ombra della vicenda stanno scatenando una tempesta nell’apparato di sicurezza tedesco, con dimissioni e processi politici a catena, mentre da più parti si chiede una riforma dei servizi segreti federali.
La vastissima comunità turca in Germania (e a Berlino in particolare) sta seguendo questo processo con molta attenzione e in alcune zone della Germania sono proprio i migranti che reagendo agli omicidi della banda del kebab hanno dato vita a pratiche di autodifesa e di antifascismo militante molto efficaci.

La responsabilità dello Stato Federale nei confronti della NSU sta rendendo più diffusa l’autorganizzazione dei migranti in una forma di sfiducia strutturale nei confronti degli apparati dello Stato Tedesco, che nella vicenda si sono mostrati non semplicemente inadeguati ma addirittura complici. Ieri il tribunale di Monaco di Baviera era blindato da agenti in tenuta da antisommossa mentre nelle strade di Kreuzberg si discuteva di antifascismo e antirazzismo ad ogni angolo in decine di lingue differenti.

Il processo durerà due anni circa, alla fine di questo periodo probabilmente le pratiche e il volto dell´antifascismo in Germania potrebbero essere profondamente cambiate.

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