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Repressione ad orologeria contro gli antifascisti tedeschi

Il prossimo 13 febbraio come ogni anno, in concomitanza con l’anniversario dei bombardamenti di Dresda durante la seconda guerra mondiale, i movimenti neonazisti tedeschi e non solo proveranno a sfilare nel capolougo della Sassonia. Come ogni anno troveranno la determinazione degli antifascisti tedeschi che con blocchi e manifestazioni glielo impediranno, istituzioni e polizia permettendo. La mobilitazione di Dresda coinvolge ormai migliaia di persone in una coalizione che tiene insieme, ognuno con le sue pratiche e le sue parole d’ordine, centri sociali, la sinistra radicale e verde, i sindacati, il mondo dell’associazionismo, in particolare quello antifascista. A colpire il movimento arriva quest’anno ad orologeria un pesante provvedimento repressivo per un compagno dell’Interventionistische Linke.

Esattamente un mese prima dei blocchi antifascisti programmati per il 13 febbraio 2013 a Dresda, la giustizia della Sassonia ha tentato di intimidire gli attivisti e di criminalizzare la resistenza contro le parate dei neo-nazi. Il giudice Hlavka ha infatti condannato il nostro compagno antifascista Tim a 22 mesi di carcere senza la sospensione condizionale per “ruolo dirigente in un caso di violazione dell’ordine pubblico di rilevante gravità“ senza presentare alcuna prova concreta. Secondo il giudice, infatti, l’attivista antifascista è accusato unicamente di aver fatto degli interventi “armato” di un megafono.

Con questa condanna la giustizia della Sassonia prosegue la linea storica delle sentenze politiche contro gli antifascisti e in particolare contro l’alleanza “Dresden nazifrei“, la struttura che promuove le mobilitazioni contro l’iniziativa nazifascista. La storia della repressione, però, è nello stesso tempo anche la storia della solidarietà tra antifascisti: non ci faremo né intimidire, né dividere tra antifascisti buoni e cattivi e, ovviamente, continueremo a bloccare le iniziative dei fascisti! Siamo solidali con tutti gli antifascisti perseguiti dalla giustizia sassone, siamo tutti “Dresden nazifrei”.

Dopo le perquisizioni alla ricerca di manifesti, l’intercettazione di più di 250.000 cellulari, l’impegno di IMSI-catcher (strumento utilizzato per intercettare e tracciare i telefoni cellulari), la sorveglianza degli antifascisti effettuata dai servizi segreti e i processi per “associazione criminale”, la “democrazia sassone”, ormai diventata proverbiale, arriva alla sentenza contro Tim come ulteriore forzato tentativo di criminalizzazione dell’antifascismo.

Sin dal 2008 la “Interventionistische Linke” fa parte dei comitati promotori “No Pasaran” e “Dresden nazifrei”. È stata la cooperazione tra le varie strutture unitamente alla mobilitazione popolare che non solo ha impedito con blocchi di massa, barricate e azioni determinate il più grande raduno di neofascisti a livello europeo, ma ha anche sviluppato il dibattito sulla legittimità della pratica illegale collettiva e della disobbedienza civile.

Proseguiremo lungo questa linea anche in futuro, bloccando con determinazione le iniziative dei neofascisti e respingendo ogni tentativo di dividerci.

Siamo tutti “Dresden nazifrei”

da dinamopress

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pubblicato il in Antifascismo & Nuove Destredi redazioneTag correlati:

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