Volontari “antifascisti” in Ucraina e rossobruni della porta accanto
Secondo le agenzie di stampa russe farebbero parte dell’organizzazione Millenium e verranno inquadrati nelle milizie paramilitari guidate dal comandante Igor Strelkov. La nostrana RaiNews da inoltre notizia del fatto che essi sarebbero militanti antifascisti, e la bandiera italiana corredata dalla stella rossa che compare in foto nell’articolo sopracitato andrebbe a convalidare questa tesi.
Ma chi sono in realtà questi sedicenti volontari della causa filorussa e, soprattutto, chi è l’organizzazione che li sostiene?
Millenium è, innanzitutto, un quotidiano online di informazione geopolitica legato in particolare modo ai temi della sovranità dello Stato europeo, del mondo multipolare, del socialismo e, dulcis in fundo, di una non meglio specificata “rivoluzione comunitaria”. Nel caso in cui non fosse ancora chiaro il magma ideologico all’interno del quale si muove,
Millenium si definisce un fiero sostenitore “dalla considerazione oggettiva del superamento storico della dicotomia politica “destra/sinistra”.
Insomma, Millennivm non è né antifascista né fascista, ma comunitarista, proprio come la fantasiosa teoria nata negli anni ’60 per iniziativa del belga Jean Thiriart, ex-combattente volontario nelle Waffen-SS.
Tra suoi membri giunti in territorio ucraino è certificata la presenza di Orazio Maria Gnerre, presidente del Partito nonché pseudo-storico da baraccone, noto ai più per essere stato tra i relatori del convegno di estrema destra tenutosi al Politecnico di Milano il 17 gennaio 2014 e duramente contestato dagli antifascisti (http://www.infoaut.org/index.php/blog/antifascismoanuove-destre/item/10318-milano-cariche-contro-il-corteo-antifascista-davanti-al-politecnico).
Non a caso, una delle prime iniziative della delegazione italiana nell’Ucraina orientale è stata incontrare Pavel Gubarev, attuale Comandante in capo della Milizia del Donbass, già membro dell’organizzazione neonazista “Unione Nazionale Russa” e primo governatore popolare di Donetsk. Per non farsi mancare nulla, gli indomiti volontari di Millenium hanno stretto la mano anche all’attuale Presidente della Repubblica Popolare di Donetsk, noto per le simpatie e le amicizie in ambienti neofascisti.
Insomma, appare evidente che questa missione di sostegno alla popolazione del Donbass (i volontari dicono infatti di non essere lì come come combattenti, “ma per testimoniare la loro solidarietà e la loro vicinanza politica alla Repubblica Popolare di Donetsk e agli altri combattenti russi”) non ha nulla a che spartire con lo spirito antifascista decantato dai media.
Non sarebbe però la prima volta che un’organizzazione “rossobruna” appoggia istanze che, ad un primo impatto, possono sembrare percorse da propositi anticapitalisti e rivoluzionari.
Il problema nasce nel momento in cui parte della sinistra (più o meno antagonista), forse abbagliata dal gran numero di bandiere sovietiche tra le barricate dei separatisti ucraini del sud-est, arriva a condividere e a propagandare le medesime idee e la medesima valutazione politica delle organizzazioni di cui abbiamo appena scritto.
E’ ormai chiaro come una lettura monolitica della questione ucraina risulti sempre più parziale e inadeguata per comprendere il rapido mutare degli eventi nati con le proteste di piazza Majdan nel novembre scorso. Lo spauracchio legato all’avanzata dei movimenti neofascisti collusi con il nuovo governo di Kiev deve trovare una nuova chiave di
interpretazione, scevra da ingenui apriorismi ideologici e lontana da qualsiasi condizionamento propagandistico. E’ stato infatti ampiamente dimostrato (http://www.infoaut.org/index.php/blog/approfondimenti/item/11864-neofascisti-in-ucraina-limbarazzo-della-scelta) come il contraltare dei partiti neonazisti Svoboda e Pravy Sektor sia rappresentato da un’altrettanto improbabile coalizione di personalità russe strettamente legate agli ambienti fascisti ed euroasiatisti di Mosca.
Perseverare nella valutazione della guerra civile ucraina come se fosse individuabile una netta contrapposizione tra ovest fascista ed est antifascista non solo è ingenuo e denota scarsa capacità di approfondimento, ma rischia di degenerare in fraintendimenti che a lungo andare possono rivelarsi insanabili, contribuendo a legittimare organizzazioni ambigue come Millenium. La breccia che rischia di aprirsi aumenterà la confusione tra coloro che, mantenendo fede al proprio ideale antifascista, si troveranno ad esprimere solidarietà con il popolo ucraino fianco a fianco a dei veri e propri nazisti.
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