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#14N il giorno dopo: Marino contestato a Roma, Genova di nuovo sommersa dall’acqua

Tutto il Ponente ligure è, d’altra parte, in una situazione critica da diverse ore: da Savona a scendere verso est i danni sono già enormi, e significativi sono anche nel basso Piemonte, ad esempio ad Alessandria, le cui strade sono in gran parte allagate; le stesse aree metropolitane di Torino e Milano stanno subendo danni e disagi. Ancora una volta il Nord subisce le conseguenze del maltempo a dei livelli impensabili (ed è anzitutto Genova a farne le spese), pagando decenni di urbanismo selvaggio dove il profitto è stato accumulato a spese della sicurezza sociale ed economica collettiva.

Chi pagherà per tutto questo? Chi sta in questi minuti perdendo i propri averi, la propria casa, la propria auto, o rischia addirittura di perdere i propri affetti (a Genova c’è già un disperso). Il sindaco di Genova, Marco Doria (eletto con i voti di ancora una volta aveva voluto credere, dopo Pisapia, alla favoletta della new wave vendoliana) invita la popolazione a “salire ai piani alti degli edifici”. Già duramente contestato in occasione dell’alluvione di un mese fa, aveva scaricato le responsabilità sul passato, fuori dalla sua giunta.

È lo stesso atteggiamento tenuto da un altro sindaco, quello di Roma, Ignazio Marino, recatosi qualche ora fa in via Morandi, epicentro negli ultimi giorni delle proteste contro la presenza a Tor Sapienza di un centro di accoglienza per migranti. Il corso, che ospita palazzi popolari e unità abitative congestionate (1.850 persone), e la cui popolazione soffre disoccupazione, ipersfruttamento, marginalizzazione urbana e alti tassi di abbandono scolastico, esibisce problemi che Marino ha giudicato “frutto di decenni di politiche sbagliate”.

Marino oggi, come Doria probabilmente nelle prossime ore, si è preso gli insulti e i fischi. Non stupisce, quando chi è al potere, in un paese come in una città, mostra di considerare le persone come semplici idioti, pronti a bersi la storiella delle “passate responsabilità”, del “non abbiamo ancora avuto tempo di intervenire”, del “siamo al governo soltanto da…”. Il motivo non è che la gente non comprenda i tempi; è che la gente comprende le politiche. I genovesi o i romani, descritti in senso meramente vittimistico dalla stampa in queste ore, sono persone che ragionano (chi più chi meno, ovviamente) e che traggono le conclusioni dalle politiche che conoscono e percepiscono.

Forse il comune di Genova ha demolito gli edifici pericolanti, ha avviato piani per una diversa organizzazione della città? No, ha portato avanti le politiche di sempre (alta velocità del Terzo Valico compresa) perché le politiche non si possono cambiare: la classe economica che detiene il potere giuridico le richiede. Forse il comune di Roma ha invertito le politiche che da decenni impongono una gestione differenziale della città, con centri inondati dal lusso e da una (talvolta fin insopportabile) disinfezione igienica (e sociale…) e periferie senza servizi, contenitori di forza lavoro da usare e buttare via, luoghi dove “scaricare” i migranti come fossero spazzatura che deve stare in mezzo ad altra spazzatura?

Marino, manco a dirlo, ha pensato che un buon luogo per ri-scaricare questi corpi umani fosse un’altra periferia devastata, Acilia, e non certo i Parioli; e i giornalisti, golosi, si stanno affollando nel nuovo quartiere prescelto per raccontare in modo totalmente acritico e insopportabilmente voyeuristico i prossimi assalti, le prossime grida.

La Boldrini dichiara che a Tor Sapienza la politica è stata “assente”, che non è stata esercitata la funzione di “cuscinetto” che essa dovrebbe svolgere per conservare la pace sociale. Ammesso e non concesso che questo sia il modo di intendere la politica che può eliminare le contrapposizioni di Tor Sapienza, o le prossime ad Acilia, è vero il contrario: la politica delle istituzioni è stata presente di recente come in passato con le sue direttrici d’interesse, che hanno come corollario un’oppressione sociale e urbana che in modo diverso a Genova o a Roma può provocare disastri.

Per questo i compagni di Roma (anzitutto quelli di Tor Sapienza) hanno organizzato l’assemblea Di chi è la colpa? (vedi relativo evento fb) che si svolgerà nel quartiere, a piazza De Cupis, alle 16.30 del 19 novembre, dopo che una prima assemblea in piazza organizzata da compagni del quartiere è stata impedita oggi dalla polizia (sempre pronta, ovviamente, a mettere sotto scorta in via Morandi, oltre al sindaco, personaggi come Alemanno, Borghezio, ecc…).

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