
Genova: i portuali pronti a rifiutare di caricare il cargo di armi per Israele
I portuali in Francia si rifiutano di caricare il cargo di armi per Israele: pronti al blocco anche a Genova. Dopo il porto di Marsiglia, il cargo israeliano prevede un primo scalo a Genova e un secondo a Salerno, prima di tornare a Haifa, da dove è salpato il 31 maggio
Una nave cargo israeliana dovrebbe approdare oggi al porto francese di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia, per imbarcare «in segreto 14 tonnellate di pezzi di ricambio per fucili mitragliatori» destinati all’esercito israeliano, hanno rivelato ieri il media d’inchiesta francese Disclose e il media irlandese The Ditch.
Il sindacato dei portuali di Fos-sur-Mer ha reagito immediatamente. In un comunicato pubblicato ieri, la sezione Cgt dei portuali ha avvertito che «il container non sarà caricato sulla nave», perché gli operatori non intendono «partecipare al genocidio in corso orchestrato dal governo israeliano». Il container con i pezzi di ricambio per l’esercito israeliano «è stato identificato ed è stato messo da parte», si legge nel comunicato, nel quale i portuali affermano che «il porto di Marsiglia non deve servire ad alimentare l’esercito israeliano».
“I lavoratori portuali del Golfo di Fos e Marsiglia non parteciperanno al genocidio in corso orchestrato dal governo israeliano”. Così i sindacalisti francesi della Confederazione generale del lavoro (CGT) annunciano il rifiuto a caricare il cargo di armi destinato all’esercito israeliano, come rivelato dall’inchiesta congiunta del sito investigativo Disclose e il media irlandese The Ditch. “Ci hanno informato che giovedì 5 giugno avrebbero caricato dal nostro porto pezzi di ricambio per mitragliatrici che l’esercito israeliano utilizza per proseguire il massacro della popolazione palestinese – spiega il più rappresentativo sindacato francese – siamo a favore della pace tra i popoli e contro tutte le guerre, dopo aver avvisato datori di lavoro e autorità competenti, siamo riusciti a individuare questo container carico di componenti per munizioni prodotte dall’azienda marsigliese Eurolinks. I pallet sono stati messi da parte e i lavoratori portuali non li caricheranno sulla nave diretta a Haifa”.

Secondo Disclose, il cargo israeliano «Contship Era» dovrebbe caricare il materiale bellico fabbricato dalla società francese Eurolinks a destinazione dell’azienda di armamenti Israel Military Industries, una filiale di Elbit Systems, «una delle principali industrie israeliane del settore delle armi» che «fornisce munizioni di piccolo e grosso calibro all’esercito israeliano», scrive il media francese.
Dopo l’operazione di carico a Marsiglia, la nave israeliana dovrebbe poi salpare verso sud, facendo scalo a Genova e Salerno, prima di approdare a Haifa, nel nord d’Israele.
La spedizione di materiale militare sull’asse Marsiglia-Israele sarebbe la terza nel suo genere dall’inizio del 2025, riporta Disclose. La prima sarebbe avvenuta il 3 aprile scorso, la seconda il 22 maggio. Entrambe le spedizioni contenevano decine di tonnellate ciascuna di materiale per fucili mitragliatori, tra i quali una serie di pezzi di ricambio «compatibili con il Negev 5», un fucile «utilizzato a Gaza dall’esercito israeliano durante il ‘massacro della farina’», scrive Disclose, in riferimento all’uccisione di un centinaio di civili palestinesi durante una distribuzione di aiuti alimentari il 29 febbraio 2024.
«Di fronte al genocidio l’unica risposta possibile è la disobbedienza civile», ha twittato l’eurodeputata de La France Insoumise Rima Hassan, attualmente imbarcata sulla Madleen della Freedom Flotilla diretta a Gaza. «Ovunque nel mondo, ci si organizza per lottare contro il genocidio a Gaza», ha scritto Manuel Bompard, deputato Lfi di Marsiglia. La deputata comunista Elsa Faucillon si è invece chiesta come sia possibile che la Francia permetta tali consegne, mentre «la Spagna annulla i contratti di vendita delle armi a Israele», si legge in un suo post su X.
La rivelazione di Disclose e The Ditch è l’ultima di una serie di inchieste pubblicate dai media francesi negli ultimi due anni sulle vendite di armi a Israele. Nel 2023, sempre Disclose aveva rivelato come la Francia avesse autorizzato, alla fine del 2023, la consegna di almeno 100mila pezzi di ricambio per fucili, suscettibili di essere utilizzati a Gaza.
L’anno scorso, a fine 2024, il giornale d’inchiesta Mediapart aveva pubblicato un rapporto del governo sulle vendite di armi francesi a Tel Aviv. Il rapporto – che era stato tenuto segreto – rivelava che nel 2023 la Francia aveva venduto armi a Israele per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro. Il governo aveva rifiutato di chiarire se tali consegne fossero avvenute prima o dopo l’inizio dell’offensiva su Gaza. Infine, sempre Disclose aveva pubblicato nel giugno 2024 una serie di documenti segreti, che dimostravano come il governo francese avesse «autorizzato la consegna a Israele di equipaggiamenti elettronici per droni» utilizzati nei bombardamenti a Gaza, materiale fabbricato dal gigante francese dell’armamento Thales.
Ricevuta dai colleghi francesi la comunicazione del carico di armamenti dal porto di Marsiglia-Fos, il Collettivo dei lavoratori portuali di Genova (CALP), sostenuto dall’Usb, ha convocato un presidio ai varchi “con l’obiettivo di impedire l’attracco della nave ZIM Contship ERA”. Come ricostruito da Disclose e The Ditch, il cargo israeliano prevede un primo scalo a Genova e un secondo a Salerno, prima di tornare a Haifa, da dove è salpato il 31 maggio. “Ci opponiamo fermamente a tutte le guerre e non vogliamo essere complici del genocidio che continua a Gaza“, scrivono nel comunicato con il quale invitano la cittadinanza a partecipare al presidio “a fianco di chi si mobilita contro le guerre perpetrate dai nostri governi e in solidarietà alle vittime”.
Se giovedì verrà confermato il blocco del carico annunciato dai colleghi francesi, i portuali di Genova sospenderanno il presidio. In ogni caso rilanciano lo sciopero generale indetto per il 20 giugno per contestare le stesse dinamiche. “La parola d’ordine dello sciopero sarà ‘Disarmiamoli‘, ed è stato indetto proprio contro l’economia di guerra che stiamo vivendo, che genera impoverimento dei lavoratori”, spiega José Nivoi, del Collettivo autonomo lavoratori portuali e USB Mare e porti, impegnati da anni nel contrasto del transito di armi dal porto di Genova.
La manifestazione del 20 giugno a Genova partirà dal varco di San Benigno. Il giorno dopo i portuali hanno organizzato due pullman per unirsi alla manifestazione nazionale, a Roma, “contro l’aumento delle spese militari e la devastazione prodotta da decenni di moderazione salariale, ora esasperata in nome della guerra“.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Josè Nivoi, del CALP e di Usb. Ascolta o scarica
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