Attrezzandoci per il futuro. Una cassetta degli attrezzi per sognare di rovesciare la realtà
Da cinque anni viviamo una delle più profonde crisi che il sistema capitalistico abbia conosciuto nella sua storia. Nel corso di questo tempo abbiamo visto crollare le ricette e gli schemi interpretativi propinati da un ceto politico autoreferenziale e sottomesso, quando non partecipe, agli interessi delle cupole finanziarie globali. La nostra quotidianità di studenti dell’università in dismissione e/o di precari dispersi nel tessuto metropolitano è punto di osservazione situato dei movimenti sociali contro le accise dell’austerity, contro la depredazione dei territori, ma anche di forme di rifiuto che, nella frammentazione dei rapporti sociali, non riescono a trovare continuità e sbocchi in dimensioni collettive. Perciò sentiamo la necessità di dotarci di strumenti per riflettere sulla realtà sociale contemporanea, ma da un punto di vista particolare: quello partigiano di chi ambisce a trasformare radicalmente l’esistente, riappropriandosi collettivamente della possibilità di determinare il proprio futuro. Necessità che sentiamo il bisogno di concretizzare, come partigiani di saperi di parte, in un ciclo seminariale autorganizzato all’università.
La scelta del luogo è densa di significato per diversi motivi. La riforma Gelmini e i decreti del ministro Profumo ci consegnano un’università trasformata, l’inasprirsi delle barriere all’accesso e durante i percorsi, l’impossibilità di una collocazione adeguata sul mercato del lavoro delle competenze acquisite. A tre anni dai cicli di lotte No Gelmini la composizione stessa degli studenti è cambiata, presentando riverberi sempre meno trascurabili delle contraddizioni proprie del territorio metropolitano. Di qui il desiderio di padroneggiare ed impiegare concetti e categorie che siano immediatamente strumento di pratica politica radicale in un ambiente, quello universitario, che frequentiamo e viviamo ogni giorno.
Peraltro l’organizzazione di un seminario autogestito nell’università è di per sé posizionamento politico, perché esplicita la critica dell’istituzione universitaria, del suo ruolo nel sistema capitalistico, dei meccanismi di trasmissione e produzione dei saperi e dei dispositivi pedagogici – di formazione delle soggettività – che adotta e riproduce. L’università va strutturandosi sul paradigma della valutazione quantitativa e di percorsi formativi che non arricchiscono le capacità di chi li frequenta, ma che producono competenze specialistiche, finalizzate a soddisfare le richieste della produzione e del mercato del lavoro. Il fine per cui apprendiamo ed impieghiamo il sapere diventa quindi sfuggente, ci è espropriato dal ricatto che subordina la nostra possibilità di riprodurci all’impiego delle nostre capacità al servizio dell’odierna divisione capitalistica del lavoro. In questo seminario, necessariamente segmento di più ampi percorsi, esplicitiamo il desiderio di recuperare la funzione del sapere come risorsa al servizio di una costruzione collettiva, non come fine in sé ma come mezzo utile ai movimenti sociali, come strumento di lotta.
La ricerca di strumenti utili all’interpretazione di parte e alla trasformazione del presente ci porta a interrogare, e sottoporre alla verifica della fase attuale, il sapere militante che si è sedimentato nella storia dei movimenti sociali, delle esperienze di organizzazione e di lotta. Gli incontri che abbiamo organizzato sono pensati come tavole rotonde di confronto e discussione piuttosto che come una scuola quadri imbalsamata: non abbiamo bisogno di rigide ortodossie ideologiche, ma di una cassetta degli attrezzi per trasformare l’esistente.
Gli incontri e la bibliografia consigliata per il ciclo seminariale.
1° nodo – martedì 30 Aprile
– Soggettività e composizione di classe – Dibattito a partire dal libro “A sarà düra” a cura del centro sociale Askatasuna, con la presenza di: Gianluca Pittavino – curatore del libro; Lele Rizzo – movimento notav.
– Centro sociale Askatasuna (a cura di), A sarà düra, storie di vita e di militanza notav, Derive&approdi, Roma, 2012, pp. 11-43.
– Bologna S., Operaismo e composizione di classe, in Roggero G., Zanini A.(a cura di), Genealogie del futuro. Sette lezioni per sovvertire il presente, Ombrecorte, Verona, 2013, pp. 109-119.
– Video dell’intervento di Sergio Bologna “Operaismo e composizione di classe” tenuto durante il seminario di autoformazione del collettivo UniNomade Commonware “Da Marx all’operaismo” del 2012 (www.uninomade.org/marx-operaismo).
2° nodo – giovedì 9 Maggio
– Militanza e organizzazione – Discussione con la presenza di Guido Borio – autore del libro “Futuro Anteriore”.
– Alquati R., Camminando per realizzare un sogno comune, Velleità Alternative, Torino, 1994, cap. I, II.
3° nodo – Crisi della rappresentanza e movimenti sociali
– Venerdì 24 maggio – Discussione con la presenza di Raffaele Sciortino – ricercatore sociale.
– Martedì 28 Maggio – Discussione con Giuliano Santoro, autore del libro “Un grillo qualunque”, e Franco Piperno – docente all’Università della Calabria.
– Santoro G., Un Grillo qualunque. Il movimento cinque stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani, Castelvecchi Editore, Roma, 2012, cap. IV, V
– Piperno F., La cuoca e Lenin,da Dinamopress.it (http://www.dinamopress.it/news/la-cuoca-e-lenin)
– Curcio A., Roggero G., Contro la partecipazione, in Negri A.,“La rappresentanza impossibile”, Posse, 2006, pp. 31-40
[Come materiale di formazione su inchiesta e della conricerca e strumento trasversale per approfondire i nodi del ciclo seminariale si consiglia l’intervista a Sergio Bologna contenuto nel cd del libro Futuro Anteriore di Borio G., Roggero G., Pozzi F.]
per info: www.cuatorino.org
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