InfoAut
Immagine di copertina per il post

Cronache di lotta nel mondo del lavoro [13]: Governo all’ attacco dei conflitti, mentre punta a sgravare le imprese

||||||||

Ritorniamo dopo la parentesi agostana a portare spunti di riflessione e narrazione di quanto accade nel multisfaccettato ed esteso mondo del lavoro in Italia, a raccontare storie di resistenza e conflitto alle vecchie e nuove forme di sfruttamento e oppressione.

Nel riprendere le fila del discorso, non possiamo non tornare alla vicenda che riguarda “spaccabraccia”, il poliziotto alla ribalta della scena mediatica in questi giorni dopo il vile e gravissimo sgombero degli occupanti di Palazzo Curtatone e di Piazza Indipendenza a Roma. A seguito dell’ efferata violenza della celere, in molti hanno scoperto che lo stesso poliziotto che ordinava di spaccare le braccia in caso di resistenza era lo stesso che fece caricare gli operai della Thyssen nel 2014..
La risonanza degli avvenimenti romani ha avuto un parziale effetto boomerang nei confronti dei piani alti delle leve istituzionali di dominio e controllo delle conflittualità presenti nel Paese.
Di rimbalzo, ci si è ricordati anche del trattamento riservato agli operai in lotta, cosa che sovente non vede spazi narrativi nel mainstream tutto.

Lo stesso tipo di violenza vista a Roma è metodicamente applicata nel quotidiano su lavoratori che non accettano supinamente lo sfruttamento,tramite polizia e crumiri, ed è all’ordine del giorno da anni, sebbene relegata dal compiaciuto silenzio di istituzioni locali e non, a braccetto con grandi impresari e cooperative.
Lo sanno bene i lavoratori della logistica, di cui abbiamo spesso resocontato le dure vertenze, e lo sanno bene anche i lavoratori delle campagne, laddove lo stato si fa braccio esecutivo e garante del caporalato e delle sue logiche tramite gli apparati repressivi. Non ultimi, i lavoratori spostati forzatamente dal “ghetto” di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria pochi giorni fa, per poi essere trasferiti su ricatto in un altro ghetto in condizioni peggiori di quelle precedenti, con un meccanismo di lucro garante di logiche mafiose. Abbiamo visto tante “inchieste-shock” di grandi testate, soprattutto intrise di retorica pietistica, verso chi per un salario da miseria piega la schiena al sole per dozzine di ore consecutive.
Meno poi divulgare la verità e far corrente su come si tentino di spegnere le lotte di braccianti e altre figure esasperate. Su San Ferdinando e cosa sta accadendo negli ultimi giorni, rende bene l’idea un resoconto della rete dei Lavoratori delle Campagne in Lotta.

La portata dello scontro di classe in atto fattispecie nelle ultime settimane è ben dettagliato dal comunicato del SiCobas che pone sullo stesso piano del discorso diversi avvenimenti di natura repressiva.

Un discorso che naturalmente include non solo i tentativi di relegare nel silenzio le lotte che incidono realmente, ma appunto gli avanzamenti effettivi che queste hanno e hanno avuto per segmenti di classe significativi all’ interno del sistema di riproduzione capitalistico, economico e sociale, nel Paese.

Avanzamenti che si sono dati con l’autorganizzazione di lavoratori in aperta conflittualità con le condizioni esistenti, e non certo con le modalità concertative rappresentate e foriere di un immaginario al ribasso sia del fare sindacalismo che della convinzione di poter migliorare le proprie esistenze in quei determinati ambiti, e che sicuramente possono e devono informare altri settori.
In un contesto in cui, dopo il Jobs Act, si mette a valore anche il periodo da dedicare allo studio come manodopera gratuita (vedi quanto è successo nel contesto della Festa dell’ Unità a Genova), il Governo mette a bilancio un ulteriore pacchetto di sgravi alle imprese, erodendo ancor di più le possibilità economiche dei ceti medio-bassi già in affanno.

Strumenti collettivi come lo sciopero, dai magazzini passando per i luoghi dove si annida la precarietà più individualizzata, nelle forme classiche quanto in nuove modalità che si possono dare nella sharing economy, devono ritornare ad essere tema di confronto e dibattito aldilà delle cooptazioni delle rappresentanze sindacali, e a partire da momenti di convergenza come quelli di fine a Settembre in occasione del G7 dell’ economia a Torino.

Da segnalare un aumento abbastanza considerevole delle morti (ufficializzate) sul lavoro rispetto all’anno precedente, come riportato da AdnKronos. Dati alla mano, si può ipotizzare un aumento dei flussi migratori alla ricerca di lavoro da Sud a Nord del Paese veramente considerevole, mentre riprendendo altre fonti si parla di un esodo biblico di persone con cittadinanza italiana verso l’estero da quando con lo scoppio della bolla immobiliare è scoppiata la “crisi” poco meno di un decennio fa.

Sul fronte delle lotte, continua lo sciopero a Hauser Carni di Mezzocorona Trento dopo che si sono rotte le trattative per il cambio di appalto. Le società che vogliono subentrare continuano a voler far applicare contratti di lavoro a tempo determinato della durata di un anno. Contratti contestati dagli operai organizzati con il S.I.Cobas dato che, con l’applicazione del Jobs Act, comportano l’azzeramento dell’anzianità e livelli di inquadramento non conformi e adeguati alle prestazioni lavorative.

Importante anche la vertenza in corso nel ravennate, sempre per la  logica dei cambi d’appalto. Il blocco e lo sciopero portato davanti ai cancelli di Marcegaglia dai lavoratori di Ferrari Logistica con SGB, ha visto dopo giorni un tavolo a cui i rappresentanti del sindacato conflittuale sono stati esclusi, mentre i confederali CGIL,CISL e UIL vi erano chiamati pur non avendo nessun tesserato nell’ azienda. Una logica perversa, quanto corrotta e esemplare di quanto accade in molti magazzini e fabbriche del Paese. Di risposta, i blocchi continuano, con file chilometriche di camion nella giornata di ieri, a seguito della (non) proposta da parte padronale.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

lavoro

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Bulgaria: cade il governo dopo le proteste. Quali scenari?

Giovedì il primo ministro della Bulgaria Rosen Zhelyazkov ha annunciato le sue dimissioni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’importante non è partecipare

Penso tuttavia che il punto cruciale, l’oggetto della nostra critica, debba essere la democrazia nel suo pieno sviluppo: la democrazia politica moderna.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecomarxismo e Prometeo liberato

Nel Prometeo incatenato di Eschilo, Prometeo è una figura rivoluzionaria.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I tatuaggi di Pete Hegseth, l’America Latina e la guerra che viene

Mentre scriviamo queste righe il Presidente degli Stati Uniti dichiara unilateralmente chiuso lo spazio aereo sopra il Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Restare a galla insieme in un mondo difficile: Bilancio 2024 delle questioni del lavoro in Cina (Parte 2). 

Proseguiamo la traduzione in lingua italiana di questi preziosi contributi sul contesto delle lotte in Cina nel 2024, tradotti in inglese dal collettivo Chuang.  Consapevoli delle profonde differenze tra il nostro contesto e quello cinese, a sua volta molto difficile da restituire come un intero, alcuni dati e considerazioni che vengono avanzati nel testo sembrano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Teoria del partito

I prezzi sono più alti. Le estati sono più calde. Il vento è più forte, i salari più bassi, e gli incendi divampano più facilmente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il Segretario di tutte le guerre

a visione che Hegseth porta dentro l’amministrazione Trump è quella di un’America che può tornare «grande» solo riconoscendo la guerra come sua condizione naturale.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il prezzo da pagare per il lavoro: condannati a due anni e due mesi di reclusione

Nel primo pomeriggio di venerdì 5 dicembre Maria, Eddy, Dario, Vincenzo, Enrico, Marco, Luigi, Davide, tutte/i compagne/i del nostro movimento dei disoccupati organizzati sono state/i condannate/i in primo grado a due anni e due mesi

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lotte operaie: sabato 6 settembre manifestazione SUDD Cobas a Forlì contro caporalato e sfruttamento

Non si placano le proteste dei lavoratori della filiera Gruppo 8 a Forlì e a Cesena. L’azienda vuole delocalizzare gli stabilimenti romagnoli, dai quali escono prodotti di lusso brandizzati Made in Italy.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria: vincere la rassegnazione. Costruire l’alternativa

La Calabria si avvicina a una nuova tornata elettorale e ciò che emerge, senza troppi giri di parole, è l’ennesima prova di quanto poco i principali partiti nazionali tengano davvero a questa terra. In questi giorni assistiamo al solito teatrino: spartizione di poltrone, nomi tirati fuori dal cilindro senza radici, senza sostanza, senza un’idea chiara […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Napoli: scarcerati Angelo e Mimì. Andranno a processo il 12 ottobre. Decine di presidi in tutta Italia

Con le nuove norme introdotte dal governo i due imputati rischiano pene importanti in particolare per l’accusa di resistenza aggravata.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I Costi Planetari dell’Intelligenza Artificiale

“Artificial Intelligence is neither artificial nor intelligent.” – Kate Crawford, Atlas of AI

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Oltre i Referendum: una sconfitta da capire

Mentre ancora i seggi erano aperti andava in scena il classico psicodramma della “sinistra”. 

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’AI, i lavoratori e i rapporti di potere

Dopo l’ondata di attenzione e infatuazione mediatica che ha accompagnato il lancio di ChatGPT e di molti altri strumenti di intelligenza artificiale generativa, dopo che per molti mesi si è parlato di vantaggi per la produttività, o di sostituzione del lavoro (soprattutto delle mansioni noiose e ripetitive) con l’AI, siamo arrivati a un punto dove […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In cinquemila nello spezzone sociale del primo maggio 2025: l’unica opposizione credibile alla guerra

Lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra.