InfoAut
Immagine di copertina per il post

Turchia: aspettando le elezioni tra Istanbul e Diyarbakir

La polizia non ha comunque esitato ad approfittare del cessate il fuoco kurdo per invadere temporaneamente alcune strade prima controllate dai compagni e poi ritirarsi in buon ordine. ‘Sono entrati e poi sono usciti, soltanto perchè avevamo dichiarato il cessate il fuoco’ dice un abitante di Sur, la città vecchia di Diyarbakir. ‘La verità è che non siamo più negli anni Novanta, quando potevano permettersi di entrare e rapire le persone, causando 17.000 desaparecidos in tutto il Bakur (Kurdistan settentrionale, dentro i confini della Turchia). Adesso le armi non sono più soltanto in montagna, ma anche qui, dove tutta la popolazione ha contribuito alla resistenza’.

İntanto il primo ministro punta sulla più bassa propaganda, arrivando a dire, in un paese disastrato per le ruberie del suo partito e per lo sforzo militare interno, che l’AKP troverà una moglie a tutti quelli che ancora non hanno avuto la possibilità di sposarsi. In un comizio nel nord del paese ha inoltre risposto a Salahittin Demirtas, candidato principale dell’Hdp, il partito di sinistra vicino al movimento kurdo, che accusava lo stato turco di essere ‘assassino’ in seguito all’attentato di Ankara del 10 ottobre, dove hanno perso la vita almeno 120 persone: ‘Demirtas dovrebbe guardarsi allo specchio per trovare un assassino: è responsabile delle morti causate dalle rivolte di Diyarbakir e altre città orientali nella mobilitazione per Kobane’. Una bella faccia tosta se si pensa che le morti in realtà sono state causate dalla dura repressione della polizia.

‘Non cambierà molto con queste elezioni’ ci dice Khader, una ragazza di Talabashi, quartiere kurdo di İstanbul non lontano da Taksim Square. ‘I partiti si attesteranno sulle stesse percentuali, anche se l’Hdp puo’ aumentare leggermente i propri consensi’. Pervin Buldan, deputata e candidata dell’Hdp, ha dichiarato a Infoaut che il partito punta ad arrivare a 100 deputati partendo dagli 80 (13.5%) eletti a giugno. Mehmet ci dice in un caffè di Diyabarkir, dove l’Hdp ha superato il 75% dei consensi: ‘Non cambierà nulla, la situazione rimane statica. Noi kurdi dovremmo passare alla disobbedienza civile, allo sciopero sociale, rifiutarci di pagare le tasse e di pagare qualsiasi cosa. Soltanto così potremmo esercitare un peso determinante’.

Per le strade della città vecchia i bambini giocano gridando ‘YPG! YPG!’ dopo settimane di scontri e coprifuoco, fuori dalle case e dalle moschee crivellate dai proiettili. Mehmet, rappresentate del DTK (Congresso della Società Democratica), ci spiega quanto sia progredito in questi anni lo sforzo di autonomizzazione del Kurdistan turco, attraverso le assemblee popolari e le commissioni create per la scuola, la sanità, l’economia. ‘Se c’è un campo da coltivare sono le commissioni autonome del DTK, all’interno della comunità, organizzazione di coltivazioni collettive che rispettino gli standard ecologici stabiliti per le nostre regioni e siano maggiormente produttive’.

La cultura ecologista e comunalista teorizzata dal Pkk è penetrata così a fondo che Ercan, un ragazzo della periferia estrema di Diyarbakir, dove la città si confonde letteralmente con la campagna, afferma: ‘Questo villaggio funziona esattamente come avrebbe voluto Murray Bookchin (il politologo statunitense che ha contribuito a ispirare il pensiero del Pkk e di Ocalan, ndr). La nostra vita è povera, ma completamente ecologica’. Istanbul è lontana, con il suo melting pot metropolitano e i gazebo dell’Hdp e del partito kemalista che distribuiscono volantini accanto a quelli dell’AKP e degli ultranazionalisti. ‘E’ una calma strana’ dice Khader a Talabashi ‘è come se non fosse in corso una campagna elettorale. La gente è stanca’.

La polizia è presente anche se con discrezione nel centro di Istanbul, effettua posti di blocco a Diyarbakir. E’ bastato che una giornalista britannica pubblicasse un rapporto sui contatti tra agenti turchi e miliziani dello stato islamico al confine con la Siria perchè il suo corpo venisse ritrovato senza vita all’areoporto Ataturk, impiccata con i lacci delle sue scarpe nei bagni della struttura. ‘Cosa accadrà dopo le elezioni?’ chiediamo nella città vecchia. ‘Nessuno lo può sapere. Ma Erdogan non vuole riconoscerci, la lotta andrà avanti. ‘Non vogliono capire che il Pkk non è un’organizzazione terroristica, ma un movimento di popolo’ ci dice un ragazzo in un Internet Point nel vicino quartiere di Ofis, ‘null’altro che il nostro passaporto è turco’. E quando chiediamo al rappresentate del Dtk come vede il futuro del popolo kurdo, risponde semplicemente: ‘Resisteremo. E vinceremo’.

Infoaut – Diyarbakir, Kurdistan del nord

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

akpdiyarbakirelezionierdoganHDPistanbulkobanekurdistanpkkturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Restare a galla insieme in un mondo difficile: Bilancio 2024 delle questioni del lavoro in Cina (Parte 2). 

Proseguiamo la traduzione in lingua italiana di questi preziosi contributi sul contesto delle lotte in Cina nel 2024, tradotti in inglese dal collettivo Chuang.  Consapevoli delle profonde differenze tra il nostro contesto e quello cinese, a sua volta molto difficile da restituire come un intero, alcuni dati e considerazioni che vengono avanzati nel testo sembrano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Teoria del partito

I prezzi sono più alti. Le estati sono più calde. Il vento è più forte, i salari più bassi, e gli incendi divampano più facilmente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il Segretario di tutte le guerre

a visione che Hegseth porta dentro l’amministrazione Trump è quella di un’America che può tornare «grande» solo riconoscendo la guerra come sua condizione naturale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il significato dell’ascesa cinese

Riprendiamo e traduciamo da marxist.com questa interessante analisi di Kenny Wallace sul significato dell’ascesa cinese.  Buona lettura! Questa nazione, che appena due decenni fa era ancora immersa nel sottosviluppo, è oggi impegnata in una titanica rivalità con gli Stati Uniti, nella quale riesce a mantenere la propria posizione. Nel frattempo, l’imperialismo americano, di gran lunga […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda

Se andiamo a leggere i piani di controllo dell’ordine pubblico prefigurati per la nuova amministrazione di Gaza, vediamo come questi convergano sulla previsione di un modello di sicurezza basato sull’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA), robotica avanzata e sorveglianza aerea.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Colonialismo accelerato: un piano contro la Palestina

Qual è la logica del piano Trump su Gaza? La costruzione di spazio meticolosamente controllato e depoliticizzato, cioè pacificato, per la circolazione, il consumo e la produzione del capitale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un “pericoloso comunista” sindaco di New York… E vai!

Riprendiamo questo articolo apparso su Il Pungolo Rosso sulla elezione di Mamdani a sindaco di New York. Il contenuto ci pare largamente condivisibile in diversi punti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni presidenziali in Camerun: proteste, repressione del dissenso e delle opposizioni

Le elezioni presidenziali in Camerun del 12 ottobre hanno portato ad un clima di crescente tensione nel Paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pkk annunciato lo scioglimento della struttura organizzativa e la fine della lotta armata

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PKK: rispetteremo l’appello del leader Öcalan, dichiariamo il cessate il fuoco

Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan” e dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Tradotto da ANF Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan così com’è, e dichiariamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: appello storico di Ocalan. “Tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi”

cL’atteso appello del leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan, è stato diffuso oggi pomeriggio, giovedì 27 febbraio 2025, ma senza l’atteso video-messaggio, evidentemente bloccato da Ankara. A parlare quindi deputate-i del partito della sinistra curda e turca Dem che si sono recati recata sull’isola-carcere di Imrali, dove Ocalan è detenuto da 26 anni. […]