Una Carta per Sfidare il Presente
Pubblichiamo qui di seguito la carta conclusiva dei lavori di Sfidiamo Il Presente. Nei prossimi giorni ci occuperemo di condividere i materiali audio/video dei momenti di confronto e dibattito, nonchè report che andranno in profondità sulle questione toccate e discusse.
Roma 27 Settembre 2015
Una CARTA per SFIDARE IL PRESENTE
Il neoliberismo produce in tutto il mondo sempre più disuguaglianze, ingiustizie e segregazione, guerre per il dominio e lo sfruttamento delle risorse. Un capitalismo sempre più aggressivo e pervasivo che annienta i legami sociali, mette a valore e devasta territori e vite, consegnandoci un presente di povertà e sfruttamento. Un presente che ci viene raccontato come un destino ineluttabile a cui rassegnarci, ma che per milioni di persone è sempre più necessario e urgente mettere in discussione, rovesciare in un tempo e uno spazio di possibilità. Senza aspettare che una promessa di cambiamento piova improvvisamente dal cielo, ora è il tempo di agire, di prendere in mano il nostro destino, facendo in modo che le nostre stesse vite diventino minaccia.
Per questo, a partire dalle resistenze e dalle lotte esistenti, avanziamo la sfida ad un neoliberismo incarnato ora in Italia dal modello Renzi e dal PD – partito della nazione:
Sfidare razzismo e divisioni, ricomporre la nostra parte nel meticciato e nel conflitto. Per riprenderci ciò che ci viene tolto vogliamo sperimentare, contro i processi di impoverimento, esclusione ed espropriazione dei territori, nuovi terreni di lotta, nuove frontiere di protagonismo, autorganizzazione sociale.
Salute, istruzione, casa, lavoro, accesso ai consumi e ai servizi. rappresentano potenziali terreni di attivazione, dove in relazione ai diversi contesti territoriali e ai bisogni concreti, è possibile accendere importanti frontiere di conflitto sociale: uno scontro articolato, diretto e potente fra REDDITO e POVERTA’.
Un processo che deve emergere dalle fabbriche stesse dello sfruttamento, vivere nelle strade delle nostre periferie, luogo di incontro di una composizione articolata, dove giovani, migranti, lavoratori, soggettività molteplici, esprimono la propria incompatibilità attraverso comportamenti individuali da trasformare in rabbia e in conflitto collettivo da massificare e generalizzare.
Non basta più chiedere o rivendicare, al contrario è necessario mettere in atto diversificate pratiche di lotta: sabotaggi, blocchi, scioperi, picchetti, occupazioni, nuove forme di riappropriazione di reddito e vita nel presente: uscire dal ricatto del debito, autoridurre, non pagare l’accesso alle prestazioni sanitarie, all’università, le tasse ingiuste che colpiscono chi già non ne ha, l’affitto e le bollette, i ticket sanitari, le tasse universitarie, la spesa, l’accesso alla cultura e a tutti i beni e le risorse che oggi sono indispensabili ad una vita piena e degna. Battiamoci per sottrarre ciò che è di tutti e tutte dalle sporche mani della finanziarizzazione e del mercato, riprendiamoci ciò che ci spetta.
Una nuova generazione e un nuovo battito devono farsi largo, per dichiarare il proprio rifiuto, affermare la propria felicità, aprire spazi e sentieri di liberazione.
Con coraggio rilanciamo l’idea di una radicale trasformazione dell’esistente. Come le vite dei migranti non si piegano ai confini e ai muri della fortezza Europa , così le vite di tutti e tutte noi intendono sottrarsi al ricatto, al controllo e allo sfruttamento, contendere palmo dopo palmo, istante dopo istante, il territorio e il tempo, a un potere sempre più estraneo e arrogante.
Mai penseremo di avere in tasca verità assolute, al contrario riteniamo nella complicata epoca che attraversiamo, che sia necessario essere sempre disponibili e pronti a rischiare le proprie certezze: far vivere nelle lotte il desiderio di un nuovo assalto al cielo, nutrire un nuovo sogno collettivo di lotte e di conflitti quotidiani, di nuove esplorazioni e più forti sperimentazioni.
Siamo pienamente consapevoli che affrontare oggi il potere e i potenti, vuol dire anche essere disponibili all’azzardo, ma costi quel che costi, a testa alta, ce la vogliamo giocare.
tratto da Sfidiamo il Presente
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