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Difendiamo Quarticciolo dal modello Caivano

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano.

Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari in determinati quartieri: sgomberi, polizia e qualche centro sportivo di cui tagliare il nastro per millantare un’attenzione al sociale sono le anticipazioni che abbiamo già avuto modo di vedere a Caivano come a San Basilio.

Esportare il modello Caviano significa risposta emergenziale e militare nella miopia più totale, che trova nel carcere e nella durezza delle pene una soluzione a una questione sociale piena di contraddizioni. Il quartiere Quarticciolo a Roma è un esempio di attivazione e impegno sociale, radicamento e proposta, che hanno pochi eguali in Italia e oggi si trova sotto attacco. Gli abitanti del quartiere insieme ai compagni e alle compagne stanno organizzando una risposta solida che proviene da un territorio in cui, attraverso il lavoro quotidiano, si sono sviluppate esperienze di grande valore per un’ipotesi diversa di presente, capace di lottare contro le dinamiche di sfruttamento.

Che Quarticciolo non sia un deserto è rappresentato dalle iniziative importanti messe in atto a fronte del rischio sgombero dell’ex questura, stabile occupato da famiglie in difficoltà abitativa, dalla possibile ondata di sfratti che colpirebbe il quartiere e dalla messa a rischio di spazi come il dopo scuola, la palestra e l’ambulatorio popolare, unica possibilità per costruire rapporti sociali nell’ottica di una reale trasformazione dell’esistente. L’assemblea di sabato scorso ha rappresentato tutto questo e la manifestazione popolare prevista per sabato 1 marzo sarà un ulteriore passo per la difesa di questa possibilità.

Per contribuire alla campagna a difesa di Quarticciolo : link alla campagna di solidarietà lanciata dalla Microstamperia

da Radio Blackout

Il discorso mediatico che cerca di difendere il decreto legge CAIVANO tende a cancellare la forza vitale del lavoro collettivo svolto nei quartieri periferici e abbandonati dalle istituzioni, dimenticando che la creatività delle lotte e delle periferie promuove la solidarietà e la creazione di strumenti per il sostegno della vita in comune. Questo include aspetti fondamentali come l’abitare, l’istruzione e la salute, fino a elementi che possono sembrare lontani, ma che sono essenziali nella costruzione di una storia intrecciata con il territorio, come la stampa, lo sport e la costruzione di economie altre, che si intrecciano con tutti i progetti che animano il Quarticciolo Ribelle.

La campagna grafica che vi proponiamo intende essere una contrapposizione al discorso mediatico che,concentrandosi sulla degradazione del territorio in modo cinico e senza assumersi le responsabilità di questo abbandono, invisibilizza la costruzione di alternative dal basso.

Vogliamo raccogliere contributi che ci aiutino a mettere in evidenza ciò che siamo e ciò che negli anni, attraverso la riappropriazione di bisogni dal basso, abbiamo costruito mano nella mano con chi abita la borgata.

Quarticciolo è ribelle perché, nonostante l’abbandono, la violenza quotidiana a tutti i livelli, la precarietà della vita e l’assalto costante delle forze dell’ordine e dei mezzi di comunicazione, costruisce il suo cammino con autonomia.

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