
Quarticciolo resiste
Dopo il week end di mobilitazione nel quartiere Quarticciolo è tempo di alcune valutazioni su questo passaggio importante.
La manifestazione di sabato 1 marzo ha visto la partecipazione di moltissime persone soprattutto del territorio, questo è un dato da cui partire non scontato. La piazza ha espresso l’esigenza di decidere per il proprio quartiere mettendo in avanti le proprie priorità, dando spazio ai vissuti e all’esperienze di chi vive quel contesto. Un tema che ha attraversato le parole delle due giornate di iniziativa, l’assemblea e il corteo popolare, è stato quello sulla domanda di sicurezza, un concetto molto controverso, ambivalente e appannaggio delle destre. Ciò che viene sottolineato a Quarticciolo è la mancanza di una sicurezza sociale che parli di welfare, servizi e possibilità concrete e collettive di un vivere dignitoso. Sicuramente il “modello Caivano” non sarà la soluzione alle criticità del territorio, anzi, andrà ad approfondire le difficoltà, generando e alimentando un clima di violenza e di controllo sociale.
In questa intervista a una compagna di Quarticciolo approfondiamo questi aspetti nel tentativo di complessificare una lettura di una realtà contraddittoria e in cui bisogna stare.
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