InfoAut
Immagine di copertina per il post

#1 Tav e Brebemi. I costi, la Lega Nord e le banche…

I costi esorbitanti, l’entusiasmo leghista e la “fortuna sfacciata” di Intesa-San Paolo.

Continuiamo nella pubblicazione del lavoro d’inchiesta che i compagni e le compagne che seguono il portale BGReport.org stanno portando avanti sulla costruzione della nuova autostrada BreBeMi e della tratta ferroviaria tra Treviglio e Brescia. Qui il link all’episodio #0

L’apertura dei primi tre cantieri logistici del nuovo tratto ferroviario ad alta velocità tra Treviglio e Brescia è ormai prossima. La nuova linea è una porzione dell’asse ferroviario tra Lisbona e Kiev, lo stesso che dovrebbe attraversare la Valle di Susa. Nella provincia di Bergamo il progetto dovrebbe coinvolgere i comuni di Casirate, Arzago, Treviglio, Calvenzano, Caravaggio, Misano, Fornovo San Giovanni, Bariano, Morengo, Pagazzano, Mozzanica, Fara Olivana con Sola, Isso, Barbata, Romano di Lombardia, Covo, Antegnate e Calcio. Ma chi sostiene il progetto dell’alta velocità tra Treviglio e Brescia? E, soprattutto, chi beneficia di un’opera che attraversa un territorio già gravato da mobilità congestionata, infrastrutture impattanti e livello d’inquinamento tra i più alti d’Europa?

E’ notizia delle ultime settimane la discesa in campo di Ettore Pirovano, deputato della Lega Nord e presidente della Provincia di Bergamo, a sostegno del progetto dell’alta velocità tra Treviglio e Brescia, già minacciato dai tagli alla spesa pubblica della nuova manovra finanziaria. Pirovano ha annunciato il suo impegno a collaborare con i sindaci dei comuni interessati dall’opera «per mettere a punto una strategia condivisa e una forte azione congiunta». Un’impresa, almeno in apparenza, piuttosto ardua, visto che la nuova tratta dovrebbe attraversare la provincia senza alcun beneficio per la mobilità locale. L’alta velocità interesserebbe infatti i comuni con almeno 200.000 abitanti e il progetto individua nella stazione di Treviglio l’unica fermata in provincia. Non è un caso che il sindaco di Fara Olivana, comune su cui dovrebbe sorgere uno dei tre cantieri logistici, abbia già manifestato alcuni dubbi. Malgrado vi sia già la disponibilità del terreno, di proprietà della Fondazione Mia, il sindaco Diego Recanati ha sottolineato le ricadute negative dell’opera, sia per quanto concerne l’usura della rete viaria interna di un piccolo paese trasformato in cantiere, sia per l’impatto urbanistico dell’infrastruttura: «dovremo trattare affinché la ferrovia non finisca a 5 metri dal cimitero». Eppure gli amministratori della Lega Nord hanno già espresso il proprio favore verso il progetto, a cui si attribuirebbe il beneficio indiretto, attraverso le opere accessorie, di alleggerire la mobilità locale. In particolare, ad alzare la voce sono i sindaci di Caravaggio, Romano di Lombardia, Calcio e Treviglio. Il sostegno politico del Carroccio verso un’opera che impegnerà oltre due miliardi di euro di denaro pubblico e migliaia di ettari di terreno agricolo da espropriare lascia però non poche perplessità. L’opportunità di un investimento di tale impatto economico e ambientale e il sacrificio di centinaia di ettari di verde possono essere giustificati con la necessità di alcune opere accessorie?

Osservata più da vicino la questione non può che accrescere le perplessità, innanzitutto per quanto concerne i costi dell’opera. A marzo del 2011 la società “Italferr” (Gruppo “Ferrovie dello Stato”) siglava l’accordo con il consorzio “Cepav 2″ per l’affidamento dei lavori di costruzione della tratta tra Treviglio e Brescia, per un totale di 39 chilometri (a cui vanno sommati, nel territorio bresciano, 12 chilometri di innesto con la linea ferroviaria preesistente e 7 di attraversamento urbano). L’assegnazione dell’incarico al consorzio Cepav 2 è avvenuto in assenza di gara d’appalto, cioè il consorzio non ha avuto alcun concorrente. Come ciò si traduca in termini economici è presto spiegato attraverso un semplice raffronto: il costo chilometrico della tratta ad alta velocità tra Padova e Mestre, la cui realizzazione è stata appaltata tramite gara, è pari a 19 milioni di euro, contro i 35 previsti per la tratta tra Treviglio e Brescia, che pure interessa un tracciato tutto pianeggiante. Secondo “Legambiente”, l’affidamento diretto avrebbe perciò fatto lievitare il preventivo di circa 900 milioni di euro. Si tratta di un aggravio davvero ingente: per quale motivo, malgrado quanto stabilito dalle procedure europee e le sollecitazioni della Corte dei Conti, Ferrovie dello Stato ha affidato la realizzazione dell’opera a Cepav 2 senza l’indizione di una ben più conveniente gara d’appalto?

Ad accrescere i costi è d’altronde la collocazione stessa del tracciato, che nel progetto correrà parallelo all’autostrada BreBeMi. L’esponente lombardo di Legambiente Dario Balotta ha fatto osservare come la tratta avrebbe potuto essere progettata sui terreni adiacenti la linea ferroviaria storica, già di proprietà di “Ferrovie dello Stato”, e come la collocazione parallela alla nuova autostrada aumenti i costi a carico della società pubblica di oltre 300 milioni di euro per espropri e opere di parallelismo. E qui viene il “bello”. Secondo Balotta, la ben più onerosa collocazione dell’alta velocità offrirebbe «una consistente garanzia pubblica ad un project financing dell’autostrada», che sulla carta sarebbe finanziato con i capitali delle banche e che invece «non riesce a racimolare le risorse necessarie e a trovare nuove banche disponibili per partire con i finanziamenti». Insomma, l’autostrada avrebbe dovuto essere interamente finanziata da capitali privati, ma nei fatti, grazie alla collocazione parallela dell’alta velocità, è oggi sostenuta attraverso iniezioni di denaro pubblico. Ecco allora che i lavori della linea ferroviaria non sono nemmeno iniziati, ma Ferrovie dello Stato ha già anticipato 175 milioni per la realizzazione delle opere comuni con la nuova autostrada (“comuni” per modo di dire, visto che la linea ad alta velocità non esiste). Per quale motivo l’alta velocità è stata progettata in parallelo alla nuova autostrada, piuttosto che a ridosso della linea ferroviaria storica? La domanda meriterebbe una risposta chiara, visto il risparmio di 300 milioni di euro che la seconda soluzione avrebbe consentito. Certo, la società a cui il progetto autostradale fa capo e soprattutto il gruppo bancario che ne controlla il 39 %, ovvero Intesa – San Paolo, tireranno un bel sospiro di sollievo; per le migliaia di pendolari che in provincia di Bergamo si scontrano ogni giorno con ritardi, guasti e carrozze fatiscenti e sovraffollate, quei 175 milioni di euro suoneranno, invece, senza ombra di dubbio, come l’ennesimo schiaffo.

Contributo di attakkabrighe.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

bergamograndi opere inutili

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sanità: dalle inchieste torinesi al G7 Salute di Ancona

Due approfondimenti che riguardano la crisi sanitaria per come viene messa in atto dalle istituzioni locali e nazionali.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui!

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 ottobre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per Jack, per noi, per tutt*. Riprendiamoci la città, sabato la manifestazione a Mestre.

Mestre (VE). “Per Jack. Per noi. Per tutt*”. Manifestazione in ricordo di Giacomo, compagno 26enne del centro sociale Rivolta ucciso venerdì a Mestre mentre – con un altro compagno poi rimasto ferito – cercava di difendere una donna da una rapina. Il 38enne aggressore si trova in carcere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MESTRE: UN COMPAGNO UCCISO E UNO FERITO NEL TENTATIVO DI DIFENDERE UNA DONNA VITTIMA DI RAPINA

La scorsa notte un compagno è stato ucciso ed un altro ferito a Mestre nel tentativo di sventare una rapina nei confronti di una donna. Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nel dolore ai compagni e alle compagne di Mestre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

5 ottobre: abusi in divisa

La ricostruzione dei fatti avvenuti sabato 5 ottobre e che ha visto coinvolti gli attivisti della Rete Bergamo per la Palestina

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ciao TAV: necrologio di un progetto nato morto

A cura dei tecnici No Tav da notav.info Del progetto TAV Torino – Lione, dopo oltre trent’anni, abbiamo migliaia di chilometri di parole scritte sulla carta e nemmeno un centimetro di binari realizzati. Qual è il destino della grande opera più inutile d’Europa? È tutto scritto in un numero magico, diffuso ieri dall’Unione Europea. In […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Bergamo: Pride si schiera per la Palestina, il Comune revoca il patrocinio

La decisione di ritirare il patrocinio è scaturita in seguito ad un post pubblicato sui social del Bergamo Pride, che ha preso pubblicamente posizione a sostegno del popolo palestinese e contro il genocidio in atto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: sabato 15 giugno manifestazione popolare contro Grandi Opere Inutili e mafie

Che le grandi opere siano terreno fertile per le mafie non è una sorpresa. L’enorme scritta che ormai da 15 anni compare sul fianco del Musinè “TAV= MAFIA”, ne è una testimonianza concreta.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia, A69, bacini: azioni seriali di disarmo contro le aziende ecocide

Macchine incendiate nel cantiere della A69, un bacino scoperchiato nella Vienne

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fino a 25 anni di carcere a chi manifesta per “impedire di realizzare un’opera pubblica”

Con un emendamento presentato al ddl sicurezza dal deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, la Lega propone l’inserimento di una nuova aggravante dei reati contro la pubblica incolumità che sembra ritagliata sulla variegata rete di attivisti che da anni protestano contro le grandi opere.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: l’inganno del ponte

Mark Twain ha detto un giorno che «è molto più facile ingannare la gente, che convincerla che è stata ingannata».

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Resistenza, repressione e lotta contro il Mountain Valley Pipeline a sei anni di distanza in Appalachia

Da oltre sei anni, gli abitanti degli Appalachi conducono una campagna non-stop di azioni dirette per fermare la costruzione dell’oleodotto Mountain Valley Pipeline (MVP), il cui progetto è in ritardo “di sei anni sulla tabella di marcia e di circa mezzo miliardo di dollari sul budget”.