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Carceri, le condizioni di detenzione peggiorano sempre di più

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Mentre i partiti si intrattengono in giochetti tattici sulla formazione del nuovo governo, nelle carceri italiane la situazione è sempre più insostenibile.

Le condizioni di vita negli istituti di reclusione sono sempre più evidentemente dispositivi di aggravamento della pena comminata, molto spesso consistendo in un trattamento ben oltre la soglia del rispetto dell’umanità dei carcerati.

L’ultimo Rapporto di Antigone contiene una serie di resoconti come questo: «In dieci istituti, tra quelli che abbiamo visitato, c’erano celle in cui i detenuti non avevano a disposizione neppure 3mq calpestabili. Nella metà dei penitenziari che abbiamo visto c’erano celle senza docce, o, peggio ancora, in quattro istituti abbiamo riscontrato la presenza del wc in un’ambiente non separato dal resto della cella».

Come questa lettera collettiva recentemente scritta da alcuni carcerati di Livorno dimostra, sono spesso messi in discussione i livelli fondamentali di vita, in relazione a temi come il vitto, la gestione dei momenti di malattia, la possibilità di effettuare attività fisica, così come di svolgere in maniera degna i colloqui.

Il sovraffollamento è una costante, ed è sempre più intollerabile se si leggono i dati per i quali, in barba ad ogni sparata mediatica dei Minniti di turno, i reati sono in calo.

Non sarà senza dubbio una riforma penitenziaria ad annullare le conseguenze fisiche e morali di un istituto totalitario e infame come il carcere.

Ma senza dubbio è necessario prima possibile accogliere l’appello dei detenuti di Livorno per risolvere una situazione inaccettabile, anche perchè il prossimo arrivo dell’estate e il conseguente peggioramento delle dimensioni igienico-sanitarie nei penitenziari rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.

 

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