Chi non si allinea paga
La giunta Raggi nell’amministrare la città di Roma continua a mostrare il suo lato duro agli elettori che l’hanno votata per il “cambiamento”. In aperta competizione con il ministro degli interni Salvini, il compito quotidiano della Raggi è palesemente quello di perseguire la guerra agli abusivi ovvero a chi in questa città può permettersi solo di occupare, non pagare l’affitto e le bollette, rubare al supermercato, indebitarsi
Dunque abusivi. Abusivi perché non rispettano le regole. Abusivi perché tolgono a qualcun altro la possibilità di pagare al posto loro. Abusivi perché, come dice il programma di governo, la ragione economica non basta per occupare una casa. E quale ragione dovrebbe mai esserci per preferire un appartamento occupato ad uno sicuro, caldo e areato?
Secondo la logica 5stelle: la ragione degli scrocconi. Ma gli scrocconi non erano quelli del Parlamento, quelli dei vitalizi, del salvataggio alle banche, della riforma Fornero? In 4 e 4, 8 gli scrocconi del governo precedente al periodo elettorale si sono trasformati in quegli scrocconi, abusivi e illegali dei loro sudditi. Il partito anti-casta si è rivoltato contro i propri elettori, qualsiasi cosa in questo momento dica il Def sui livelli nazionali. Il partito del popolo è diventato l’anti popolo. E voilà la Raggi regala lo stadio della Roma ai Parnasi, i palazzinari amici del Pd. Sfratta e sgombera per gentrificare interi quartieri e per espellere per l’ennesima volta nella storia di Roma, gli insolventi dallo spazio urbano.
In questi giorni, infatti, si sono prodotti due fatti degni di nota. Il primo, la sindacalista del sindacato CambiaMenti, Micaela Quintavalle, è stata licenziata qualche giorno fa dopo 128 giorni di sospensione dall’azienda municipale del trasporto pubblico Atac. Quintavalle aveva rilasciato un’intervista alle Iene nella quale aveva denunciato le gravi condizioni di mancanza di sicurezza in cui versano i lavoratori Atac testimoniata dagli incendi spontanei delle autovetture. In un anno, nelle strade di Roma, 11 autobus hanno preso fuoco per autocombustione mettendo in pericolo autisti e passeggeri. In uno degli episodi più eclatanti avvenuto nel centro storico, una commessa si è ustionata uscendo dal negozio accanto al quale l’autobus è letteralmente esploso. La sindacalista di CambiaMenti era una aperta sostenitrice del M5s nella speranza di poter veder cambiare la propria condizione e quella dei propri colleghi attraverso un cambiamento politico alla guida della Capitale. Nell’intervista rilasciata alle Iene, Quintavalle, nonostante le elezioni e la vittoria del movimento, ha dato seguito al suo lavoro denunciando la mancanza di sicurezza ma per tutta risposta è stata licenziata in tronco.
L’altra mattina, invece, una signora di 70 anni con 400 euro di pensione mensile è stata sfrattata da un appartamento delle case popolari del quartiere di Villa Gordiani. Il Comitato di quartiere Villa Gordiani e gli attivisti del sindacato Asia Usb hanno provato a denunciare e a resistere allo sfratto. La polizia in sovrannumero ha usato lo spray al peperoncino per fermare i solidali del quartiere e ha arrestato 4 persone con processo in direttissima il giorno dopo a piazzale Clodio. Il sindacato degli inquilini Ater insieme al sindacato Usb ha apertamente sostenuto parte del M5s sia in Comune che in Regione presentando diverse proposte in Campidoglio sulla questione degli sfratti e in generale sui problemi che attraversano le periferie ma le risposte, anche qui, sono state violente.
Raggi e Salvini si danno una mano nel perseguire la strada della lotta agli abusivi: sfratti, sgomberi e licenziamenti e chi protesta viene punito.
Probabilmente c’è un equivoco di fondo da sottolineare rispetto al Movimento 5 stelle. Il fatto che il voto degli abitanti di Roma prima e di milioni di italiani poi sia stato, come ampiamente analizzato e discusso da tanti, un voto di classe contro l’establishment renziano e della socialdemocrazia tutta, quella dell’Europa dell’austerity compresa, non significa che questa faccia gli interessi della classe stessa. Nostro compito pensiamo che rimanga ancora quello di essere spinta non rappresentanza della classe prima di tutto perché continuiamo a credere nella sua autonomia.
Ma al di là se le scelte fatte siano giuste o meno, non è una questione morale ma una questione di differenza politica sostanziale risaputa, oggi ci sembra utile sottolineare un dato: la giunta Raggi compete con Salvini sulla linea dell’immigrazione, degli abusivi e in sostanza sul consenso che per loro ha per oggetto questi temi. Sostenitori, ex sostenitori, singoli e collettività hanno lo stesso destino.
Chi non si allinea paga.
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