Cina, rivolta contro le autorità per la morte di un venditore ambulante
I cittadini di Anshun, nel sud-ovest della Cina, si sono rivoltati contro dei funzionari governativi accusati di aver picchiato, fino ad ucciderlo, un venditore ambulante disabile davanti al mercato. L’indignazione suscitata dalla voce diffusa avrebbe portato i cittadini a scagliare pietre contro un ufficio governativo nelle vicinanze. L’intervento della polizia per sedare la rivolta, ha riportato l’agenzia Nuova Cina, ha scatenato uno scontro violento in cui sono rimasti feriti circa trenta civili e una decina di poliziotti.
Il governo locale ha diffuso un comunicato secondo cui “il venditore è morto davanti ad un mercato, e questo ha portato a un assembramento di gente. Prima che si verificasse l’incidente, funzionari della municipalità stavano lavorando nella zona”. Le autorità hanno promesso di effettuare un’autopsia, e la famiglia dell’uomo ha già acconsentito, per determinare le cause della morte del venditore ambulante.
Già nel giugno scorso, nella provincia di Guangdond, simili voci avevano provocato una rivolta, in seguito ampliatasi in manifestazione di protesta contro la corruzione e la discriminazione verso i lavoratori immigrati.
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