Costruire un’altra città, costruire l’altra Ostia
La crisi economica sta lentamente erodendo il reddito delle persone, in un contesto dove il welfare e i beni comuni sono sotto attacco da parte dei governi tecnocratici. La disoccupazione giovanile è al 31%, il lavoro stabile come la pensione sembrano solamente dei miraggi, in questa Italia che sprofonda in una fase recessiva dall’incerta durata. La precarietà diventa norma, il pareggio di bilancio legge suprema.
Nel frattempo, nel paese assistiamo all’esplodere delle emergenze di ogni tipo. La cesoia tra ricchi e poveri si allarga inesorabilmente e la tenuta sociale è sempre più a rischio. La sanità e le scuole cadono a pezzi, il patrimonio pubblico viene svenduto, il territorio continua ad essere deturpato dalle speculazioni edilizie, il peso del mutuo e della cassaintegrazione si fa sentire fin troppo sui bilanci delle famiglie. Aumenta il prezzo della benzina e dei trasporti, la bolletta di luce e gas e il costo della vita: arrivare a fine mese diventa sempre più difficile.
Nel Febbraio 2010 un comitato formato da artisti, ex lavoratori, associazioni, studenti e semplici cittadini ha occupato il Teatro del Lido di Ostia, aprendo così la mobilitazione generale del mondo della cultura culminata con l’occupazione del Teatro Valle a Roma. Un centinaio di iniziative pubbliche, spettacoli, laboratori e sale prove, ma anche luogo di discussione e di elaborazione collettiva. In tanti hanno trovato casa dentro le mura del Teatro: dai cassaintegrati Alitalia al mondo della sanità, dall’associazionismo ai collettivi delle scuole, dalle compagnie teatrali ai giovani artisti del territorio. Una nuova comunità ha preso forma per dare voce e spazio ad una periferia che giornalmente sconta sulla propria pelle il peso di questa crisi.
Le comunità sono il motore della trasformazione: gli asili autogestiti in Grecia, gli ospedali in Catalogna, la tenacia del popolo No Tav in Piemonte e le occupazioni abitative di Roma, sono soltanto alcune delle risposte che si possono dare, oltre la speculazione del privato e l’assenza del pubblico. La pratica del comune prende vita grazie alle persone che scoprono insieme nuove forme di partecipazione e di cooperazione. Il valore viene sottratto alla logica del profitto e viene messo a disposizione della collettività. Solo in questo modo possiamo rispondere all’ingordigia dell’economia finanziaria e di un sistema che mira a privatizzare i beni comuni. Solo con l’assunzione di responsabilità personali e la mobilitazione possiamo trovare le risposte materiali alla crisi.
Il 25 Febbraio scenderemo in piazza per le strade di Ostia. Trasformeremo i festeggiamenti per i due anni di autogestione del Teatro del Lido in una mobilitazione cittadina per difendere il welfare, il posto di lavoro e il diritto alla cultura. Sarà una giornata per rivendicare il reddito e per tutelare i beni comuni. Sarà una giornata in cui il mondo del teatro incontrerà gli studenti delle scuole e i cittadini del territorio, per ribadire che la sicurezza e lo sviluppo si fanno investendo sulla cultura. Sarà una giornata in cui saremo uniti per rifiutare i debiti di una crisi prodotta dalle banche e dal malgoverno di una classe dirigente troppo spesso collusa con i poteri occulti del paese. La periferia che viene sarà il luogo di partenza da dove costruire un’ altra città, di uomini e donne vivi che lottano per il cambiamento e la giustizia sociale. La sfida è appena iniziata: prendiamo parola perchè il silenzio è rassegnazione.
Sabato 25 febbraio
Ore 15 Dalla Stazione Lido centro fino al Teatro del Lido
A seguire aperitivo e musica
Per adesioni: laltraostia@yahoo.it
Evento Facebook: www.facebook.com/events/165070783606548/
Settimana di mobilitazione #periferia che viene con il cuore in Val Di Susa – porta la bandiera No Tav!
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