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La lotta al CAAT di Torino non si ferma: nella notte nuovo blocco delle merci!

 

La cronaca dello sciopero dal blog Caat In Lotta:

Dopo gli scioperi del 23 maggio e del 16 ottobrealtra nottata di blocchi al CAAT, il Centro Agro Alimentare Torinese. Uno sciopero lanciato dopo che nella scorsa settimana le cooperative e la direzione del mercato avevano risposto negativamente alla riapertura del tavolo di trattativa pretesa dai lavoratori.

I facchini del CAAT, sostenuti dal sindacato SiCobas, sono infatti in lotta da quasi un anno per ottenere diritti e condizioni di lavoro almeno dignitose all’interno del mercato, dove lavoro nero e caporalato, ore non retribuite, straordinari e ferie non corrisposti, minacce ed intimidazioni sono da tempo la normalità. L’incontro preteso dal sindacato avrebbe dovuto coinvolgere cooperative, grossisti, il CAAT e l’assessore al lavoro Mangone.

In seguito al rifiuto da parte di queste componenti, i lavoratori hanno deciso di scioperare nella notte tra domenica e lunedì. All’una, quando arriva l’autobus con la prima ondata di lavoratori, una veloce assemblea decide subito di bloccare i cancelli: per oltre 4 ore, fino alle quattro e mezza, circa 150 tra facchini e solidali attuano un blocco completo del mercato, impedendo ai mezzi di entrare per scaricare e caricare la merce. In poco tempo il piazzale si riempie di una lunga fila di tir fermi in coda, ma anche delle fuoriserie di diversi capetti delle cooperative e grossisti che evidentemente sullo sfruttamento dei facchini campano assai bene. I padroncini sono molto nervosi perché il danno causato dal picchetto è ingente, visto l’approssimarsi del Natale, ma i facchini non si lasciano provocare e mantengono compatti il blocco, costringendo i rappresentanti delle cooperative e la direzione del CAAT a presentarsi fuori dai cancelli per discutere coi lavoratori.

Dopo oltre 4 ore di blocco, il presidio si scioglie strappando l’impegno scritto a fissare un incontro per l’8 gennaio a cui parteciperanno cooperative, grossisti, direzione del CAAT e l’assessore Mangone. Un incontro in cui i lavoratori ribadiranno i loro obiettivi: un contratto unico valido per tutte le società operanti all’interno del CAAT, una paga minima di 8 euro l’ora, un orario di lavoro di massimo 8 ore al giorno e la regolarizzazione di tutti i rapporti di lavoro nero.

La nottata di oggi ci lascia l’ennesima conferma di quanto solo la lotta paghi: un incontro che la scorsa settimana era impossibile (parole del CAAT), diventa realizzabile non appena i lavoratori si organizzano e bloccano il flusso di merce per diverse ore.

Ma dopo un anno di illusioni al tavolo del 8 gennaio non ci accontenteremo più delle solite false promesse: vogliamo fatti concreti, vogliamo che le condizioni di lavoro dentro al mercato cambino immediatamente, non vogliamo più sottostare al ricatto di chi ci vorrebbe schiavi per continuare a fare profitti sulla nostra pelle!

Siamo lavoratori, non siamo schiavi!

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