Napoli. Occupata Unicredit: ‘Speculano contro i nostri diritti!’
“La speculazione delle banche contro i diritti dell’umanità” a questo grido, In tarda mattinata, una trentina di persone facenti parte delle famiglie, dei precari e dei disoccupati che vivono da mesi nel palazzo all’angolo tra Salita Arenella e via Orsi, hanno attuato una contestazione nella filiale Unicredit di piazza Carità a Napoli.
Invasi gli spazi al pubblico e gli uffici con apertura di striscioni e volantini, mentre altri striscioni, con casette in miniature e interventi di speakeraggio venivano posti all’esterno, chiudendo di fatto la filiale.
“Accusiamo le banche di favorire la grande speculazione immobiliare contro il diritto alla casa – affermano i dimostranti – e in particolare Unicredit e Banca di Roma di aver sostenuto la speculazione di Antonio Della Monica (ex patron di Cavamarket, oggi coinvolto in diversi processi per abusivismo edilizio e bancarotta fraudolenta) nella costruzione del palazzo abusivo in cui oggi viviamo. Nato dal permesso di restauro di un rudere del ‘700 è diventato un palazzo di tre piani con oltre 50 box auto… finchè il tar non ha bloccato tutto!”.
Vuoto e abbandonato dal 2011, da mesi vi hanno trovato un tetto oltre quaranta persone in emergenza abitativa, facenti parte della campagna per il diritto alla casa “Magnammece O Pesone” e lo hanno chiamato CROSS.
“Unicredit e Banca di Roma entrano in questa storia perchè hanno consentito la speculazione edilizia al Della Monica, prestando oltre otto milioni di euro a una società srl (la “Valsuo”) con appena 2500 euro di capitale versato e senza avere nessuna garanzia. Dopo il fallimento della Valsuo cercano di rifarsi spingendo la curatela fallimentare a vendere all’asta un palazzo abusivo, alla ricerca di una grossa immobiliare (o qualche prestanome…) che abbia il potere economico e politico per “aggiustare le cose” e realizzare una nuova speculazione che significherà però rispedire in strada le persone che vi vivono!”.
“Le banche si presentano come vittime di questa situazione – afferma Patrizia, due figli, oggi abitante del Cross – ma invece sono state complici! Stringono il cappio al collo a migliaia di persone per un mutuo casa in sofferenza e poi regalano otto milioni e mezzo a una società con pochi spiccioli di capitale. Sapevano bene di favorire un’operazione al limite dell’imbroglio ma pensano solo ai profitti e a sostenere chi specula”.
“Noi invece – continua Rosaria, 53 anni – chiediamo che si trovi una strada amministrativa per far rientrare il palazzo nel patrimonio pubblico, che si cambi la destinazione d’uso, tutelando oggi la condizione delle persone che vi abitano e restando anche per il futuro una risorsa pubblica per l’emergenza abitativa”.
Corrado, ambulante che vive anch’egli al Cross: “In questo palazzo l’unica cosa non abusiva siamo noi, sono i nostri diritti sempre calpestati. E’ tempo che tutto questo finisca. Non è un discorso relativo solo al posto in cui viviamo. Chiediamo anche che si smetta di regalare miliardi di euro dei soldi pubblici alle banche e si usino per dare risposte al disagio sociale”.
Gli abitanti del Cross
Campagna per il diritto all’abitare “Magnammece o pesone”
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