Roma. Il vaticano mette le mani sullo skatepark di Ostia
Le attività dello skatepark si fermano dopo dieci anni, uno spazio che ha ospitato manifestazioni sportive internazionali di grande pregio, compresi i campionati internazionali di skateboard, cui ha parteciato persino Tony Hawk, leggenda mondiale dello skate. Non solo eventi internazionali ma soprattutto un presidio per i giovani del territorio, in una periferia difficile, dove mancano luoghi di socialità, di cultura e sport.
Un uomo del vicariato era presente durante l’operazione di apposizione dei sigilli e ha preso in carico la struttura sportiva. Un immagine che ricorda il 18 Maggio 2010, quando venne sgomberata la chiesetta occupata dell’ex colonia Vittorio Emanuele. Sempre un uomo del vaticano, in quel caso per conto della comunità di S.Egidio, si presentò con le forze dell’ordine per togliere uno spazio sociale ai giovani del territorio. La motivazione sostanziale della chiusura dello skatepark è la stessa di allora: costruire una nuova chiesa. Parliamo di un progetto vecchio di vent’anni che non tiene conto dei profondi cambiamenti di nuova Ostia.
Strumentale il tentativo di collegare questa vicenda alla questione della criminalità organizzata, dimostrazione di come certi dossier giornalistici contro le mafie abbiano la funzione di giustificare operazioni di questo genere. In tutto il litorale infatti è riconosciuto il valore sociale del “The Spot”, luogo dove tanti ragazzi hanno trovato possibilità di rifugio e di crescita. Distruggerlo per costruire l’ennesima chiesa, mandando per strada migliaia di giovani, è un regalo alla criminalità organizzata che tanto le istituzioni dicono di combattere.
Tantissimi i messaggi di solidarietà #saveTHESPOT, tantissimi gli artisti (Er Costa, Inoki, Borghetta Stile, etc. etc.) e le associazioni che stanno prendendo parola contro la chiusura. In quartiere sono comparse decine di scritte per chiedere la riapertura immediata ed è stata lanciata la campagna “Occupy Skatepark”.
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