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Carrer #Barcelona

Arrivando, la Avinguda Diagonal di Barcellona, nella sua tipica lenta frenesia turistica, appare piena di vita e di socialità, ma già dai primi passi sui marciapiedi del centro si notano due grandi differenze rispetto al passato. Da un lato la composizione giovanile che ha sempre attraversato questa città sembra, nella simbologia dell’espressione metropolitana, essersi fortemente radicalizzata, già solo il vestiario ci racconta  molto! Vedere nel pieno della Barcellona del divertimento magliette che riprendono immagini o slogan della lotta greca o delle esperienze che in questo ultimo anno si sono dipanate in Europa ci indica una trasformazione in corso. Poi, allontanandosi appena dalla via principale ci troviamo ad osservare come lo spezzato sociale sembri anch’esso fortemente diverso, dove prima Barcellona si raccontava come una città di ceto medio, adesso sembra che la tendenza sia quella di una graduale proletarizzazione, come palese segno della crisi.

Cercando il luogo del meeting, le pareti dei muri, grande bacheca del pensiero popolare, parlano attraverso i molti manifesti sedimentati sul loro intonaco di una lotta diffusa e entusiasta. Passeggiando dalle parti di Park Guel notiamo sul tetto di uno spazio occupato una bandiera No Tav, la potenza della lotta valsusina arriva da per tutto! In Carrer de la Grazia nel pieno dell’ex quartiere operaio barcellonese le bandiere catalane sventolano dai balconi. Arrivati al luogo dove si terrà l’assemblea.

Incontriamo i compagni di Democrazia Real Ya Ora, ci parlano della loro esperienza dentro il movimento delle acampadas, sottolineano in particolare la potenza e il ruolo fondamentale che in questi mesi ha avuto la comunicazione mediale, capace di scavalcare le opzioni dei media tradizionali e di essere – a suo modo – strumento di organizzazione e soggettivazione delle lotte. In più ci parlano di una bella anomalia che in questo movimento si è data: un compagno ci racconta un aneddoto riguardo ala sua prima assemblea di Dry, dove, nonostante le sue passate esperienze politiche, si trovò a conoscere esclusivamente un compagno in tutta la platea (…). Il punto più interessante della chiacchera rivela proprio questo: di come la composizione del movimento spagnolo sia sta vissuta soprattutto da gente comune indignata, verso le politiche del governo e le porcherie del mercato, come reazione al galoppare spagnolo della crisi.

Abbiamo avuto riprova di ciò rientrando a casa di coloro che ci stanno ospitando: entrambe hanno preso parte al movimento delle acampadas ed entrambe non venivano da precedenti esperienze politiche, ed in pochi mesi si sono ritrovati a far parte dell’organizzazione di un meeting internazionale! Rimaniamo anche felicemente stupiti dall’opinione incontrovertibile che ci consegnano su partiti e sindacati, studenteschi e non, rivendicando la totale indipendenza del movimento da qualsiasi forma di rappresentanza e di delega. Fumiamo una sigaretta sulla balconata che ci offre una bella vista sulla città e andiamo a letto, pronti a prendere parte ad meeting internazionale ‘Spanish Hub Meeting’, con addosso l’entusiasmo della necessità ed impellenza di compiere collettivamente il passaggio indispensabile per una dimensione transnazionale delle lotte, nell’augurio di affacciarci ad un rovente autunno dei conflitti nella crisi, nel rifiuto dell’austerity e del debito.

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