InfoAut
Immagine di copertina per il post

Flottilla 2: cominciato il conto alla rovescia


ANALISI DI MILA PERNICE*

Roma, 24 giugno 2011 – Il conto alla rovescia è iniziato. Dopo più di un anno di preparazione, che ha coinvolto una coalizione di oltre 20 paesi, centinaia di attivisti provenienti da decine di nazioni sono pronti a partire con l’obiettivo di rompere l’infame assedio della Striscia di Gaza e di lanciare alla comunità internazionale un messaggio forte e chiaro: non siamo disposti ad unirci alla vostra omertosa complicità con le politiche israeliane.

E’ questa la “Freedom Flotilla 2 – Stay Human”, che sta per levare le ancore per far prevalere la forza della ragione contro la “ragione della forza”, come quella perpetrata da più di 60 anni con l’obiettivo di cancellare il popolo palestinese dalla propria terra. Come quella che a Gaza ha ucciso più di 1400 persone con le bombe di “Piombo fuso”. O come quella, già rivolta lo scorso anno nei confronti della prima Freedom Flotilla, quando 9 passeggeri turchi furono assassinati dalla marina israeliana, la stessa che oggi minaccia di attaccare nuovamente le navi che salperanno tra pochi giorni. “In ogni caso Israele perderà” aveva detto lo scorso dicembre Huwaida Arraf, del Free Gaza Movement, a Roma, quando l’Italia ha ospitato uno dei meeting della coalizione internazionale decisa a concretizzare il progetto della nuova flotilla. In effetti, già solo nel momento in cui le navi saranno in mare e la notizia circolerà tra le agenzie di stampa e i media di tutto il mondo, la nuova missione avrà raggiunto i suoi obiettivi: quello di rendere noto all’opinione pubblica internazionale che la storia e l’attualità dell’occupazione israeliana della Palestina non consentono alcuna forma di equidistanza tra l’oppresso e l’oppressore, tra il popolo colonizzato e il progetto coloniale sionista; quello di isolare Israele e le sue politiche e di mettere in evidenza la costante violazione dei diritti umani del popolo palestinese.

Perché nel momento in cui si difende il diritto internazionale se ne denunciano anche le contraddizioni: è in nome di quel diritto, “liberamente” interpretato dalle forze Nato, che stanno cadendo bombe sulla Libia, mentre oltre 70 risoluzioni dell’ONU continuano ad essere contravvenute dall’apparato politico e militare israeliano. senza alcuna forte presa di posizione della comunità internazionale. Eppure Israele minaccia, in base al consueto mantra delle “ragioni di sicurezza”, di attaccare l’iniziativa che porterà al largo delle coste di Gaza, in acque internazionali, civili disarmati. Gli attivisti della Freedom Flotilla hanno da subito invitato giornalisti e rappresentanti Onu ad ispezionare le navi da cima a fondo, con la piena consapevolezza che ogni insinuazione mossa da Israele e dai governi suoi alleati rispetto all’ipotetica presenza di armi a bordo è strumentale alla criminalizzazione di un’iniziativa determinata ma assolutamente pacifica. Lo ha ribadito nel suo ultimo comunicato la stessa coalizione: “la nostra destinazione è Gaza. Le nostre intenzioni sono non violente. Il nostro obiettivo è far cessare l’assedio illegale, completamente e permanentemente”.

Un assedio che prosegue da oltre 4 anni, cioè dal momento in cui le autorità israeliane hanno capito che la vittoria di Hamas alle elezioni legislative del 2006 poteva essere utilizzata per attuare una sorta di punizione collettiva del milione e mezzo di abitanti della Striscia. Da allora gli aiuti umanitari entrano col contagocce e a intermittenza in un territorio che non ha più, da tempo, un’economia propria, su cui poter contare. Recentemente, ricorda ancora la coalizione della Flotilla 2,  “l’autorità sanitaria di Gaza ha proclamato lo stato di emergenza a causa di una grave carenza di medicine vitali. Circa 178 tipi di farmaci e 123 tipi di forniture mediche sono già esauriti e altri 69 tipi di farmaci e 70 tipi di forniture mediche sono destinati ad esaurirsi nei prossimi tre mesi”. Ovvio che i “canali stabiliti” per far arrivare aiuti a Gaza non bastano, ma è anche vero che, e fanno bene a sottolinearlo gli internazionali, “in nessun’altra parte del mondo la comunità internazionale chiede alla popolazione di accettare aiuti umanitari al posto della libertà”. Questo il senso della Freedom Flotilla, quello di portare, insieme agli aiuti, un forte segnale politico di sostegno alla lotta di liberazione palestinese.

In Italia oltre 10.000 persone, con la manifestazione dello scorso 14 maggio a Roma, hanno ribadito il proprio sostegno alla missione, che porterà in acque internazionali anche la nave italiana “Stefano Chiarini” e con essa giornalisti e rappresentanti di un movimento che da anni non esita a scendere in piazza al fianco del popolo palestinese e contro la subalternità dei governi italiani alle politiche israeliane. Un movimento che ha contribuito all’allargamento e alla sempre crescente efficacia della Campagna BDS, cui di pari passo ha corrisposto la sempre crescente preoccupazione israeliana per questa forma di offensiva pacifica e di massa. La coalizione italiana, che comprende più di 200 adesioni di comitati, associazioni, partiti, sindacati, sta già chiamando alla mobilitazione nell’eventualità che Israele ricorra ancora una volta alla forza militare per fermare le navi della Flotilla:  “nel caso l’attacco minacciato si  verificasse, invitiamo sin da ora a scendere subito in piazza, a Roma all’ambasciata israeliana in Via Michele Mercati, a Milano al consolato israeliano in Corso Europa e in tutte le altre città nelle piazze principali”. Un minuto dopo l’attacco. Punto di riferimento per la mobilitazione e per la diffusione delle informazioni sarà un info point che il coordinamento italiano metterà a disposizione a Roma, in Via Baldassarre Orero 61, per seguire ogni minimo passaggio che riguarderà la missione in generale e la nave italiana in particolare, che ospiterà anche passeggeri svizzeri, olandesi e turchi che si sarebbero imbarcati sulla Mavi Marmara, che non partirà più, come annunciato qualche giorno fa da Ankara.

A Gaza sono in migliaia ad attendere l’arrivo della Flotilla perché, come hanno sottolineato pochi giorni fa in un comunicato 46 organizzazioni della società civile palestinese rivolgendosi ai popoli di tutto il mondo, “le iniziative della società civile che organizza le Freedom Flotilla sono una presa di posizione di giustizia e solidarietà verso il popolo palestinese, mentre i vostri governi non lo fanno”. In questa presa di posizione sta tutta l’umanità cui si appellava lo slogan di Vittorio Arrigoni, quello che tutte le organizzazioni della coalizione hanno voluto adottare per titolare la Freedom Flotilla 2. E’ la stessa umanità che, nelle ore in cui le acque internazionali saranno solcate dalle navi della flotta, porterà al massimo livello tensione e apprensione per l’incolumità di tutti i passeggeri.

Nena News

*Contropiano

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Freedom Flotillagazapalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/4

Nel contesto del genocidio in corso, l’occupazione israeliana ha confiscato vaste aree di terreno a Gaza, in particolare terreni agricoli essenziali per il cibo e il sostentamento della popolazione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protestare per la Palestina: il caso della Columbia University

L’università è il luogo per eccellenza del dibattito, del pensiero critico e scomodo, dove le idee si oppongono perché viene garantita la sicurezza di chi le espone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Freedom Flotilla: atterrato a Fiumicino Antonio Mazzeo, “Deportato da Israele”

Antonio Mazzeo – uno dei due attivisti italiani sequestrati dall’Idf sulla nave Handala della Freedom Flotilla Coalition – è atterrato ieri intorno alle 12 all’aeroporto di Fiumicino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”, assemblea dei movimenti: lanciata per l’8 novembre una manifestazione nazionale a Roma

E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato stampa: sottoscrizione nazionale per Anan Yaeesh

Nei primi quindici giorni della campagna nazionale di sottoscrizione a sostegno del combattente per la libertà palestinese Anan Yaeesh – detenuto nel carcere di Terni e attualmente processato presso il Tribunale dell’Aquila – la solidarietà popolare ha prodotto un risultato straordinario.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cronache di polizia: la stampa embedded e la fobia delle regie occulte

L’ultimo articolo de La Stampa, a firma di Caterina Stamin, sulle inchieste contro i movimenti sociali giovanili torinesi, è un esempio lampante di come, in Italia, il giornalismo di cronaca stia scivolando sempre più verso un linguaggio e una prospettiva di derivazione poliziesca e giudiziaria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esercito israeliano assalta Handala in acque internazionali: equipaggio rapito, nave sequestrata. Attiviste ed attivisti in sciopero della fame

Poco prima della mezzanotte (orario palestinese) di sabato 26 luglio 2025, l’Idf ha assaltato la nave Handala di Freedom Flotilla Coalition.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Per salvare Gaza e noi stessi, è ora di razionalizzare la speranza

Ormai le volte in cui abbiamo pensato “speriamo” dopo le dichiarazioni di qualche governo o di qualche grande istituzione sono centinaia. di Alessandro Ferretti Abbiamo sperato in una svolta con i pronunciamenti della corte dell’Aja e dell’ICC, con le voci di dissidi Biden-Netanyahu e Trump-Netanyahu, con gli stati che hanno riconosciuto la Palestina, con il […]