InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gerusalemme Est: giovani tra Intifada e mancanza di leadership

Gerusalemme, 1 novembre 2014, Nena News –  I due shebab palestinesi sono nascosti dietro a un cassonetto dei rifiuti, all’angolo tra le vie Salah Edin e Sultan Suleiman, il cuore commerciale di Gerusalemme Est. Sono giovanissimi, avranno 16 anni. Hanno il volto scoperto, in segno di sfida. Gli agenti di polizia, con il pesante equipaggiamento antisommossa, sono lontani poche decine di metri. Presidiano Bab a Zahra con l’ordine per questo venerdì di preghiera molto teso di non lasciare entrare nella città vecchia i palestinesi maschi con meno di 50 anni. I due ragazzi stringono tra le mani una pietra. Con un scatto felino uno dei due la scaglia contro i poliziotti. Altrettanto, tre-quattro secondi dopo, fa il suo amico. Insieme scappano veloci nel vicolo di fronte. Quei sassi, fuori bersaglio, mettono in allerta i poliziotti ma i due ragazzi ormai sono lontani. Li rivediamo dopo qualche minuto, poco lontano. Li avviciniamo.

All’inizio si rifiutano di parlarci, sono sospettosi. Gerusalemme Est da giorni pullula di mistaravim, gli agenti che agiscono sotto copertura, «mascherati da palestinesi», per catturare i palestinesi che guidano manifestazioni di protesta. Poi uno di loro, che si presenta come Habib, accetta di rispondere alle nostre domande. «Vogliamo difendere (la moschea) di Al Aqsa, siamo pronti a una nuova Intifada, gli israeliani minacciano i nostri luoghi santi, ci provocano, dobbiamo reagire e non abbiamo paura di farlo», spiega Habib con il tono di un adulto. Da queste parti si cresce in fretta, l’infanzia è breve, troppo. Interviene il suo amico, che ci scruta con occhi nerissimi da sotto la felpa grigia con cappuccio, «Muataz Hijazi ha fatto cosa giusta contro chi minaccia le moschee, non possiamo rimanere a guardare ed aspettare», dice riferendosi al palestinese di 32 anni, indicato dagli israeliani come l’uomo che mercoledì sera ha ferito a colpi di pistola il rabbino ultranazionalista Yehuda Glick. La madre di Hijazi ha raccontato che il figlio è stato trascinato sulla terrazza di casa da poliziotti ed agenti dei servizi di sicurezza. E, ha aggiunto la donna, dopo averlo «torturato anche con un trapano», l’hanno ucciso. Le sue parole hanno accresciuto lo sdegno, la rabbia e la frustrazione dei palestinesi, soprattutto di quelli più giovani. La zona araba della città si è trasformata in un campo di battaglia.

A Gerusalemme non si viveva una fase così carica di tensione dal 2000, quando la passeggiata di Ariel Sharon accese la miccia della Seconda Intifada. Habib allora aveva appena tre anni ma è come se li avesse vissuti da protagonista quei giorni di rabbia e ribellione contro Israele e contro l’Autorità nazionale palestinese, colpevole di aver fallito totalmente l’obiettivo dell’indipendenza. Ci dice che viene dal campo profughi di Shuaffat, parte del territorio comunale ma da qualche anno diviso da Gerusalemme dal muro costruito da Israele intorno alla città. Le autorità israeliane, è chiaro, intendono liberarsi di quel campo dove vivono ammassati profughi palestinesi delle guerre del 1948 e del 1967 e centinaia di famiglie povere che non possono permettersi di vivere in città. Si avvicinano altri due ragazzi, un pò più grandi di età. Riferiscono le prime notizie del «Giorno della Rabbia» – proclamato contro la colonizzazione israeliana da Fatah e altre organizzazioni palestinesi – che arrivano dalla Cisgiordania e da altre zone della Gerusalemme araba. Al posto di blocco di Qalandiya, verso Ramallah, almeno 8 palestinesi sono stati feriti dal fuoco dei soldati israeliani.

Habib e i suoi amici non hanno bisogno del «Giorno della Rabbia» per mobilitarsi, per loro è sempre il giorno della rabbia. «Funziona così – dice il ragazzo accendendosi una sigaretta – durante la notte soldati e poliziotti entrano nel campo, impongono il coprifuoco e cominciano a buttar giù le porte delle case di chi non apre subito. E arrestano chi vogliono senza dare spiegazioni. Ci siamo abituati». Tutti i giovani – prosegue – «entrano ed escono dal carcere, anche io sono stato in prigione, anche se solo per pochi giorni. Durante l’interrogatorio mi dicevano di confessare che sono di Hamas ma non l’ho fatto, perchè non faccio parte di alcuna organizzazione. Io seguo solo la parola di Allah e lotto per al Quds (Gerusalemme) e la Palestina». Habib e gli altri ragazzi la scuola l’hanno finita presto: «Studiare non serve per lavare i pavimenti dei negozi degli ebrei e neppure, se mi andrà bene, per diventare taxista».

Anche Mahmoud ci chiede di non rivelare la sua identità. E’ un pò più grande degli altri ragazzi. Ha 24 anni e fa il meccanico a Wadi al Joz da quando ne aveva 15. Dice di aspettare qualcuno che si metta alla guida della nuova Intifada che, afferma convinto, è già scoppiata a Gerusalemme «ma non tutti i palestinesi non se ne sono accorti, gli israeliani invece sì». Ciò che manca ai nuovi rivoltosi, insiste Mahmoud, «è una vera leadership palestinese che parli anche a noi di Gerusalemme. Ora non c’è. Abbiamo solo Allah e grazie a lui non molliamo».

di Michele Giorgio – Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Gerusalemmeintifadapalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: approfondimento sulla situazione politica in Bangladesh a un anno dalla rivolta del luglio 2024. Intervista a Romane Cauqui

L’estate scorsa, nel luglio 2024, il Paese è stato attraversato da un’ondata di proteste e mobilitazioni di massa contro il governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La viltà sionista e i suoi oppositori

Di tutti i comportamenti che degradano l’uomo la vigliaccheria è il più infimo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Google ha aiutato Israele a diffondere propaganda di guerra a 45 milioni di europei

Uno studio ha rilevato che, da quando ha colpito l’Iran il 13 giugno, l’Agenzia Pubblicitaria del Governo Israeliano ha speso decine di milioni in annunci pubblicitari solo su YouTube.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Che ci fanno dei soldati israeliani nelle scuole del Chiapas?

Questi giovani (tutti ex soldati) entrano nelle scuole pubbliche locali attraverso una associazione di “volontari” chiamata in inglese “Heroes for life” e più esplicitamente in ebraico “Combattenti senza frontiere” con il fine dichiarato di “dare un’altra immagine al mondo delle IDF”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Obbligazioni di guerra a sostegno di Israele

Un’indagine rivela che sette sottoscrittori di “obbligazioni di guerra” sono stati determinanti nel consentire l’assalto di Israele a Gaza.  Dal 7 ottobre 2023 le banche hanno sottoscritto obbligazioni emesse dal governo israeliano per un valore di 19,4 miliardi di dollari. di BankTrack, PAX e Profundo (*), da La Bottega del Barbieri Un’indagine condotta dal gruppo di ricerca finanziaria olandese Profundo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: nasce la Global Sumud Flotilla, “il più grande sforzo civile per rompere l’assedio di Gaza”

Attivistɜ e volontariɜ della Freedom Flotilla Coalition, della Global March to Gaza e del convoglio Sumud si sono uniti per lanciare la Global Sumud Flotilla (GSF) – il più grande sforzo civile via mare dalla nascita dell’assedio illegale imposto dall’occupazione israeliana a Gaza. A giugno, migliaia di volontari sono stati mobilitati via terra, via mare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ uno sporco lavoro / 1: ma qualcuno deve pur farlo…

Almeno per una volta l’alter ego dell’ispettore Stephan Derrick, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha lasciato da parte l’ipocrisia con cui da tempo l’Europa maschera le sue posizioni dichiarando che «Israele sta facendo il lavoro sporco anche per noi». di Sandro Moiso, da Carmilla Una frase che più che dai dialoghi della serie televisiva che […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: Stefano, Jacopino e Pietro finalmente liberi! Aggravamento delle misure per Sara.

Le misure cautelari per i giovani arrestati a seguito della manifestazione in solidarietà a Ramy Elgaml di gennaio scorso a Torino erano scattate dopo pochi mesi e avevano visto quattro arresti domiciliari e quattro obblighi di firma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La ribellione dei ricercatori: 300 membri del CNR rifiutano di collaborare al riarmo

Oltre 300 ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dichiarato la propria indisponibilità a prestare la propria attività intellettuale a studi finalizzati al settore bellico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

UK: Palestine Action e legislazione anti terrorismo

23 giugno 2025 – Yvette Cooper, Home Secretary del Regno Unito, dichiara l’intenzione di mettere al bando Palestine Action ai sensi della legislazione antiterrorismo, ponendo quindi l’organizzazione sullo stesso piano di gruppi armati come al-Qaeda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le applicazioni più vendute create da spie israeliane

Alcune delle applicazioni di Apple e Google più scaricate sono state sviluppate da spie e Criminali di Guerra israeliani, generando miliardi di entrate per l’Economia dell’Apartheid.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dopo il 5 luglio il percorso Stop Riarmo continua!

Riprendiamo il comunicato uscito su @STOPRIARMO e alcuni articoli sulla giornata del 5 luglio scorso a Torino contro guerra, riarmo e gencidio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Zohran alza la temperatura

Una sorpresa dagli Stati Uniti governati da Trump: la vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, che ha da subito scatenato il delirio islamofobo della destra e l’allarme nell’establishment democratico.