I prigionieri politici palestinesi iniziano un nuovo sciopero della fame
Riportiamo di seguito la traduzione di un recente report apparso sul sito Samidoun, organizzazione di solidarietà con i prigionieri politici palestinesi, sullo sciopero della fame appena intrapreso nelle prigioni israeliane:
Settanta detenuti politici palestinesi nelle prigioni israeliane hanno lanciato, lo scorso mercoledì 10 dicembre, uno sciopero della fame in protesta contro il continuo utilizzo dell’isolamento e della reclusione solitaria.
Secondo quanto dichiarato dalla Palestinian Prisoners’ Society (società dei prigionieri palestinesi), questo sciopero è stato inizialmente lanciato in solidarietà con Nahar al-Saadi che, in sciopero della fame fin dallo scorso 20 novembre, sta lottando contro l’isolamento (in cui si trova fin dal maggio 2013) e il diniego delle visite familiari a cui è sottoposto.
I prigionieri stanno lottando per porre fine all’utilizzo di quel sistema di isolamento che attualmente viene utilizzato contro decine di prigionieri. L’utilizzo a lungo termine di queste pratiche rappresenta una forma di tortura.
I detenuti hanno già portato avanti uno sciopero della fame lo scorso maggio-aprile 2012 il quale, grazie alla determinazione e alla partecipazione di migliaia di prigionieri, è terminato con un accordo che prevedeva il ritiro di tale pratica da parte delle amministrazioni carcerarie. Più di due anni dopo, le autorità israeliane hanno invece intensificato la pratica dell’isolamento, e 30 prigionieri politici palestinesi si trovano al momento in isolamento nelle prigioni di Nafha, Megiddo, Eshel, Ashkelon e Ayalon.
Secondo il Palestinian Detainees Committee (comitato dei detenuti palestinesi), Saadi si trova in completo isolamento dal resto del mondo, in un cella piccola e fredda, non adatta ad esigenze umane. Sta scontando quattro condanne a vita, e 20 anni addizionali di prigione.
Inoltre, anche i prigionieri palestinesi Fahd Sawalha e Mahmoud Kleibi, entrambi rinchiusi nella prigione di Nafha, hanno lanciato, lo scorso 6 dicembre, uno sciopero della fame in protesta contro l’isolamento a cui sono stati sottoposti. Si trovano in isolamento dallo scorso giugno con altre nove detenuti, quando il gruppo è stato accusato di aver scavato dei tunnel all’interno della prigione di Gilboa.
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