Il comitato Colline di Hebron resiste con la costruzione della scuola materna
Uomini, donne e bambini palestinesi, coordinati dal Comitato Popolare delle Colline a sud di Hebron hanno impedito con successo alle forze israeliane di confiscare la maggior parte dei materiali attraverso la resistenza non violenta. Dopo circa tre ora i funzionari israeliani hanno confiscato una betoniera ed un carrello. Nessun ordine ufficiale di sequestro era stato consegnato in anticipo.
Alle 13.30 i funzionari del DCO, accompagnati da quattro soldati, sono arrivati nell’area mentre gli uomini stavano lavorando al cantiere della scuola materna. Gli stessi ufficiali e soldati avevano già visitato la zona quella mattina per scattare le foto del nuovo edificio. Alle 14.15 due veicoli militari con altri otto soldati sono arrivati nel luogo. La gente del posto si è riunita per protestare e alle 15.14 è arrivata la polizia israeliana e ha iniziato a controllare i documenti d’identità dei palestinesi e i passaporti degli internazionali. Dieci minuti dopo è arrivato un camion israeliano per portare via i materiali da costruzione, mentre le donne e i bambini tentavano di allontanarli per impedire loro la confisca. Alle 15.55 sono arrivati anche tre ufficiali della polizia di frontiera.
I palestinesi si sono riufiutati di lasciare il sito e sono rimasti a fare resistenza non violenta mentre i soldati e i poliziotti li filmavano e cercavano violentemente di mandarli via.
Alle 16.18 è arrivata un’ambulanza per assistere un uomo palestinese che aveva perso i sensi e che ha ricevuto aiuto dai palestinesi e dai soldati israeliani.
Un attivista israeliano, dei volontari internazionali e i membri dello staff di BT’selem erano presenti e hanno ripreso la scena.
L’edificio in costruzione sarebbe diventato la prima scuola materna per i villaggi a sud di Hebron le cui comunità sono fortemente coinvolte nella resistenza non violenta all’occupazione israeliana.
Il 28 febbraio l’Amministrazione Civile israeliana ha confiscato le attrezzature per il parco giochi donate dal governo italiano ad una scuola nell’accampamento beduino Khan al-Akmar, ad est di Gerusalemme.
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