In Guerrero e Oaxaca date alle fiamme decine di migliaia di schede elettorali
In un contesto a cui al rapimento/sparizione dei normalistas han fatto da corollario altri incresciosi casi di repressione, massacri e corruzione da parte del Governo Centrale, la legittimità di questo è sempre più messa in discussione.
Così, nella giornata di ieri migliaia di box elettorali, con relative schede, sono state dati alle fiamme in una mega-operazione collettiva di sabotaggio della tornata elettorale che si è svolta in diversi stati, a partire dall’ Oaxaca; sabotaggio che si è poi esteso anche in altri distretti, con oltre 87 mila schede bruciate solo a Guerrero e numerosi uffici elettorali dati alle fiamme.
Sempre nel Guerrero, a Tlapa, le azioni di sabotaggio sono state particolarmente decise, con decine di furgoni contenenti schede elettorali dati alle fiamme e un blocco pressoché totale delle sedi e delle attività procedurali che dovevano aver luogo.
Nessuna pacificazione senza giustizia sociale dunque, mentre l’Istituto Elettorale Nazionale si è prodigato tramite i media principali a chiedere un ritorno a modalità di protesta “non-violente”
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