Kurdistan: l’esercito bombarda Silvan, ma la città resiste. Scontri in montagna a Sirnak
Aggiornamento ore 17.11: La polizia ha inondato di lacrimogeni il centro di Cizre, nella provincia di Sirnak, che già a settembre aveva patito un lungo assedio con 21 morti e era stata interessata da vasti disordini il giorno delle elezioni. Abitanti della città ci scrivono di aspettarsi a breve un nuovo coprifuoco, forse già da domani, con il quale la polizia cercherà di debellare le forze giovanili di resistenza che presidiano la città.
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Silvan, provincia di Diyarbakir, nel Kurdistan settentrionale (entro i confini della Turchia) subisce oggi il settimo giorno consecutivo di assedio sotto coprifuoco. I quartieri di Mescit, Konak e Tekel sono completamente isolati: elettricità e comunicazioni telefoniche sono state tagliate, tutte le strade sono presidiate dall’esercito. Gli abitanti della città che ci scrivono riferiscono di scontri a fuoco con armi pesanti dentro e fuori i quartieri autodifesi, ma non ci sono al momento notizie della situazione dentro a questi ultimi, a causa dell’isolamento. La popolazione delle zone isolate non ha al momento modo di ricevere cibo e cure ospedaliere.
Leggi il Reportage di Infoaut dai quartieri autodifesi di Silvan
Nonostante l’attacco/assedio durato già una settimana, le forze speciali di Erdogan non sono riuscite ad avere ragione della popolazione. Oggi una grossa esplosione ha avuto luogo sulla via Eski Bitlis, dove si trovavano alcuni soldati, molti dei quali sono rimasti feriti; due sono stati ricoverati nel locale ospedale, gli altri sono stati trasferiti nelle strutture sanitarie di Diyarbakir. Nei quartieri autodifesi il numero ufficiale delle vittime è fermo a quattro, ma data la situazione di totale isolamento i numeri potrebbero non essere attendibili. Il Dbp (Partito Democratico delle Regioni, anima curda dell’Hdp) ha rivolto un appello a tutta la popolazione della provincia di Diyarbakir per sostenere la resistenza di Silvan. Ha anche chiamato tutte le Ong presenti nell’area a recarsi a Silvan per porre fine all’assedio del governo.
La risposta delle forze speciali turche alla resistenza serrata di Silvan è spietata. Nella giornata di oggi carri armati sono stati posizionati sul colle Gaza che domina i tre quartieri vecchi della città, difesa da trincee e barricate, ed hanno fatto fuoco bombardando con artiglieria pesante le strade e le case del centro storico. Le forze turche, probabilmente sotto stress per gli scarsi risultati ottenuti fino a questo momento, hanno anche assassinato un taxista in un bar in un quartiere estraneo agli scontri, dopo aver fatto irruzione nel locale apparentemente senza motivo. Il suo nome era Mehmet Yavuz. Con lui sono stati gravemente feriti altri due avventori, al momento ricoverati d’urgenza nel locale ospedale.
Nel frattempo le Hpg, unità armate del Pkk, hanno reso noto che dal 4 novembre, fino alla giornata di ieri, alcuni incolonnamenti sono stati impegnati in scontri in campo aperto con l’esercito sul monte Gabar, non lontano da Sirnak, a sud di Diyarbakir. L’esercito stava effettuando una delle tante incursioni presso i cimiteri dei guerriglieri caduti per il Kurdistan per distruggerne le tombe (operazioni frequenti in un conflitto fortemente psicologico), quando hanno subito l’attacco delle Hpg. Undici soldati sono stati uccisi nel corso di scontri durati quattro giorni. Hanno perso la vita anche i tre militanti del Pkk Erdal Aydın, Ahmet Nilli e Ferhat Dılovan.
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