InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lettera ad Hamas: lontani dal sentiero della resistenza

Quando Hamas ha deciso di diventare movimento di resistenza nella Palestina occupata, ha sentito la necessità di distanziarsi dalla rete regionale dei Fratelli Musulmani, a cui apparteneva. Non fu una decisione facile e il movimento fu soggetto a molte critiche da parte della Fratellanza, senza la quale il partito islamista non sarebbe mai potuto diventare un’efficace organizzazione di resistenza.

Ma quando i Fratelli Musulmani hanno vinto le elezioni in diversi Paesi della regione – prima di tutto in Egitto – dopo lo scoppio delle primavere arabe, Hamas ha deciso di tornare all’ovile, sperando di beneficiare dalla crescita della Fratellanza nell’area. Per farlo, ha nella pratica adottato le priorità e le alleanze del movimento islamista internazionale, il cui scopo era consolidare il proprio potere nella regione.

Questo ha portato Hamas a riconsiderare le sue alleanze locali e regionali, lasciando la Siria per il Qatar, causando una rottura con il suo principale sostenitore militare e finanziario, l’Iran. Ma più pericoloso, il riallineamento di Hamas ha alla fine condotto ad un’escalation di tensione con Hezbollah e con l’asse della resistenza nel suo insieme.

In Siria, il movimento palestinese continua a insistere che i suoi combattenti e sostenitori, impegnati negli scontri accanto alle opposizioni, lo fanno senza il suo consenso. Eppure, i palestinesi pro-regime in Siria dicono il contrario: molti sviluppi non ci sarebbero stati senza il coinvolgimento di Hamas.

In Libano, Hamas si è distinto negli anni per essere rimasto fuori dalle infinite dispute interne, mantenendo un basso profilo anche quando si trattava di attività di resistenza contro l’occupazione israeliana. Oggi, tuttavia, c’è chi dentro Hamas e tra i suoi leader ha deciso di prendere posizione rispetto alla crisi siriana, mettendo in discussione le discutibili attività contro la resistenza in Libano.

Come è noto, ad esempio, c’era un palestinese di nome Ahmad Taha dietro l’attacco missilistico contro Dahiyeh, alcuni mesi fa. È stato assistito da molte persone, tra cui un membro di spicco di Hamas nel campo profughi di Rashidiya, nel Sud del Libano, tale Aladdin Yassine. Quando l’intelligence militare libanese ha fatto domande sulla cooperazione di Hamas, il movimento ha fatto il nome di Taha, ma ha rifiutato di consegnare Yassine, affermando che aveva lasciato il campo e non si sapeva dove fosse.

È difficile immaginare cosa Hamas sta pensando: non riesce a capire le ripercussioni del trascinarsi in una simile situazione? Non sa che le sue azioni potrebbero causare un’ulteriore rottura con Hezbollah, il principale target dell’attacco a Dahiyeh, e con i sostenitori della resistenza, che non hanno mai esitato a impegnarsi per la liberazione della Palestina, e con tutte quelle forze che stanno combattendo fino alla fine?

Oggi c’è un serio dibattito aperto tra i ranghi di Hamas, con gran parte della sua ala militare a Gaza che si oppone con forza a quello che la leadership fa all’estero. È una discussione che dovrebbe dare i suoi frutti a breve, nonostante rappresenti una minaccia per l’unità interna del movimento. Tutte le giustificazioni, per cui ci sono priorità che vanno soddisfatte prima della causa palestinese, sono la prova del declino di Hamas come movimento di resistenza.

di Ibrahim al-Amin, direttore dell’agenzia di informazione Al-Akhbar

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

hamaspalestinaresistenza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il fumo di Gaza oscura le fiamme della Cisgiordania: il Progetto Coloniale reso permanente

Mentre gli occhi internazionali sono puntati su Gaza, Tel Aviv sta portando avanti la sua più aggressiva campagna di Pulizia Etnica e furto di terre nella Cisgiordania Occupata dal 1948.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina, prof Carpi: “Gli accordi veri saranno saranno sugli interessi riguardanti la futura ricostruzione”

“Ho poca fiducia che l’Europa possa effettivamente svolgere un ruolo di mediazione; gli europei stanno procedendo in ordine abbastanza sparso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contro la falsa “pace” – Manifestazione regionale piemontese

In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torturato Marwan Barghouti

Il noto prigioniero politico palestinese Marwan Barghouti è stato aggredito brutalmente dalle guardie carcerarie israeliane, secondo le informazioni trasmesse alla sua famiglia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: oltre 10 mila violazioni dalla tregua da parte di Israele

In queste settimane si sono verificati nuovi bombardamenti in Libano, in particolare nel sud, mentre si registrano droni che sorvolano la zona e che hanno lanciato esplosivi in diverse città come nel caso di Aitaroun, con la scusa di voler colpire Hezbollah.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Germania: “Non siamo carne da cannone”, sciopero studentesco contro il servizio militare. Il Bundestag approva la leva

Nuova giornata di sciopero contro il servizio militare da parte di studenti e studentesse tedeschi, mentre si votava nelle aule del Bundestag la riforma della leva del governo di Friedrich Merz.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini sfruttati e affumicati nei campi della California

Molto lontano dai campi di Entre Ríos o Santa Fe, i bambini contadini della California lavorano dagli 11 ai 12 anni, sfruttati, mal pagati, in terreni affumicati con pesticidi e con il terrore di essere deportati insieme alle loro famiglie di migranti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili in Italia

Diamo il via all’inchiesta collettiva sugli investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili che abbiamo deciso di iniziare durante la “Due giorni a difesa dell’Appennino” a Villore, di cui qui si può leggere un resoconto e le indicazioni per collaborare a questo lavoro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina, i coloni attaccano volontari internazionali: feriti tre italiani

Un nuovo attacco dei coloni israeliani ha colpito la comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, nella Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Sciopero generale e cortei nazionali: di nuovo decine di migliaia in piazza in tutta Italia

La due giorni di mobilitazioni del 28-29 novembre contro la finanziaria di guerra ed il genocidio del popolo palestinese ha nuovamente portato in piazza decine di migliaia di persone da nord a sud.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Membro della Knesset: Israele sta “importando la guerra di sterminio” da Gaza alla Cisgiordania

Un membro israeliano della Knesset (Parlamento) ha affermato che Tel Aviv sta “importando” la sua “guerra di sterminio” dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania occupata.