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Oakland, manifestanti bloccano il dipartimento di polizia. Decine di arresti

La protesta è iniziata intorno alle 7:30 del mattino, quando alcuni manifestanti hanno formato una catena umana di fronte ai quattro ingressi dell’edificio; nel frattempo un attivista si è arrampicato su di un palo fuori dal commissariato per appendere un cartello con le foto delle vittime della polizia e la scritta “Black Lives Matter”, lo slogan che sta accompagnando le proteste. Contemporaneamente diverse persone si sono incatenate ad un altro palo, il tutto sotto una pioggia battente.

Gli organizzatori della manifestazione hanno dichiarato che la protesta era stata programmata per una durata di quattro ore e 28 minuti. Quattro ore come il tempo in cui Michael Brown è giaciuto a terra il 9 agosto scorso, dopo che il poliziotto Darren Wilson lo aveva ucciso colpendolo alle spalle e disarmato; i 28 minuti avrebbero invece rappresentato l’intervallo di tempo – 28 ore appunto – in cui un uomo di colore viene ucciso negli Stati Uniti, secondo lo studio di Malcom X conosciuto come “Operazione Ghetto Storm”.

La manifestazione, però, si interrotta prima del previsto a causa di un massiccio intervento della polizia locale, evidentemente disturbata da un’azione che colpiva nel vivo un’istituzione ormai considerata da molti razzista e violenta. Mentre gli attivisti proseguivano il blocco al grido di “No justice, no peace, no racist police” e “End the war on Black People” gli agenti hanno infatti proceduto nello sgombero coatto del presidio sollevando da terra persone inermi ed arrivando infine ad arrestare più di 20 manifestanti.

Nel frattempo centinaia di studenti delle scuole superiori si sono radunati sia ad Oakland che a San Francisco nell’ottica di proseguire le mobilitazioni contro gli abusi di polizia; nei prossimi giorni sono attesi diversi altri momenti di lotta, compreso un “die-in” a New York il 17 dicembre per commemorare i 5 mesi dall’uccisione di Eric Garner.

 

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