Riseup4rojava: 53 azioni in 18 stati per la rivoluzione in Siria del Nord e contro la complicità con il regime turco
Il 6 e 7 settembre sono state giornate di azione internazionale all’interno della campagna Riseup4Rojava, nata per sostenere la Rivoluzione in Siria del Nord e dell’Est e contro le collaborazioni militari, politiche ed economiche con lo stato turco.
Da quando le Forze Siriane Democratiche hanno ridotto lo Stato Islamico a un fazzoletto di terra – poi completamente sconfitto nel Marzo 2019 – il regime di Erdogan ha rinvigorito la minaccia di invasione militare dei territori rivoluzionari. L’intenzione del regime turco è di seguire il sogno neo-Ottomano di controllo sul Medio Oriente. Nel Kurdistan del Nord, all’interno dei confini turchi, continua la spietata repressione contro la popolazione curda e qualunque espressione non in sintonia con il partito di governo. Nel Kurdistan meridionale, nei confini iracheni, l’esercito turco sta bombardando i villaggi e attaccando le postazioni della guerriglia del Pkk. Sempre in Iraq, il campo profughi di Maxmor (dagli anni ‘90 laboratorio del Confederalismo Democratico) è sotto assedio da mesi. La guerra continua a insanguinare il Medio Oriente e la Turchia ne è uno dei principali attori sul campo. Eppure non è ad Ankara che inizia, ma nelle industrie militari e nelle banche europee, statunitensi e russe.
Cinquantatre azioni e manifestazioni di solidarietà si sono tenute in Svezia, Brasile, Stati Uniti, Francia, Catalogna, Paesi Baschi e altri 12 paesi. In Germania è stato organizzato un campeggio contro uno stabilimento della Reihnmetall (la principale azienda bellica del paese che fornisce carri armati e altri armamenti all’esercito turco): per 24 ore tutte le strade di accesso alla fabbrica sono state bloccate fermando la produzione. A Londra è stata contestata la fiera della DSEI (azienda del settore bellico).
In Italia, manifestazioni di solidarietà si sono tenute a Milano e Cosenza. Oltre un centinaio di persone ha manifestato alla base NATO di Ghedi (BS) il 7 settembre, mentre il 6 è stata sanzionata la Leonardo-Finmeccanica (che produce parti degli elicotteri militari destinati alla Turchia). Anche a Roma è stata sanzionata lai Leonardo. A Catania, Pisa, Torino, Brescia è stata denunciata la complicità della banca Unicredit con il regime turco. A Firenze è stato calato uno striscione in sostegno alla rivoluzione da Ponte Vecchio.
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