
Al Meisino i cantieri non rispettano neanche gli alberi monumentali
In vista del presidio davanti al Tribunale di Torino in occasione dell’udienza sul ricorso presentato da cittadini e associazioni a tutela della riserva naturale del Meisino pubblichiamo questo comunicato stampa in merito all’andamento dei lavori e degli impatti dei cantieri sul territorio. A seguire l’indizione del presidio di giovedì 27 marzo.

Su La Repubblica del 13 marzo 2025 è stata pubblicata un’intervista a Roberto Saini, già Presidente e ora Commissario dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese (Ente Parco) intitolata “Sul Meisino sbagliato protestare ancora – Il piano migliorato è green”.
Buona parte delle affermazioni di Saini non sono veritiere. Come abbiamo denunciato nella conferenza stampa tenuta al Campus Einaudi lunedì 17 marzo, non ci è stato possibile esercitare il diritto di replica: il giornale l’ha condizionato al rilascio di una dichiarazione circa la presenza di membri di collettivi politici nel nostro comitato, fatto che nulla c’entra con le asserzioni di Saini che intendevamo smentire.
Martedì 19 marzo al Meisino è avvenuto un nuovo fatto molto grave che documentiamo con fotografie, e abbiamo avuto l’ennesima prova dell’assoluta negligenza dell’EnteParco, che non vigila sull’esecuzione dei lavori. Un carico di terra di scavo di parecchi metri cubi è stato sversato proprio sotto il grande pioppo centenario antistante la tettoia, identificato con il n. 2365; la terra è stata poi compattata a formare un blocco, con passaggi ripetuti delle ruspe, compromettendo la sopravvivenza dell’albero. Ovviamente tale operazione non è prevista dal progetto, che sulla carta è il trionfo delle buone pratiche ecologiche. La realtà è tutt’altra.
Il pioppo in questione, così come quello che si trova dietro la tettoia, è definito “monumentale” a pag. 38 della Relazione Tecnica allegata al Progetto Esecutivo del Parco dello Sport e dell’Educazione Ambientale. Ciò dimostra che anche i progettisti si sono resi conto del suo pregio naturalistico, benché l’albero non risulti inserito nell’elenco degli alberi monumentali, perché né l’Ente Parco né il Comune e la Regione si sono mai preoccupati di censire gli alberi presenti al Meisino che possono aspirare a tale dignità e tutela.
Provocare una lesione del genere a qualunque albero del patrimonio arboreo cittadino è proibito anche dall’art. 31 comma 2 del Regolamento del Verde Pubblico e Privato della Città di Torino: tra i divieti ci sono infatti “g)il riporto ovvero l’asporto di terreno o di qualsiasi altro materiale nella zona basale a ridosso del colletto e degli apparati radicali, l’interramento di inerti o di materiali di altra natura, qualsiasi variazione del piano di campagna originario; h)il deposito di materiale di costruzione e lavorazione di qualsiasi genere nella zona basale a ridosso del colletto e degli apparati radicali.”
Anche l’altro grande pioppo dietro la tettoia, peraltro, ha subito negli scorsi giorni danni alle radici superficiali, recise per lo scavo della vasca di fito depurazione e su cui è passato ripetutamente l’escavatore per compattare il suolo (in modo da non fare sprofondare il camion che spostava la terra).
Facciamo presente che è dall’inizio dei lavori che segnaliamo irregolarità ai carabinieri forestali e a oggi non sono mai intervenuti. La Responsabile Unica del Procedimento Vitetta viene al cantiere soltanto per controllare che i lavori procedano più in fretta possibile: il rispetto delle norme non sembra interessarle per nulla.
La questione è della massima urgenza, perciò chiediamo a mezzo stampa che la terra sia rimossa subito e manualmente, senza ulteriori operazioni meccaniche che danneggino la pianta.
FERMIAMO I CANTIERI: GIÙ LE MANI DAL MEISINO!

L’udienza dell’11 febbraio si è conclusa con un niente di fatto, facendo slittare prima al 18 e infine al 27 marzo la decisione sulla procedibilità del nostro ricorso al Tribunale ordinario per Accertamento Tecnico Preventivo.
Se giovedì prossimo la Giudice riconoscerà la propria competenza, potrebbe forse ancora disporre la sospensione dei lavori per la durata della perizia che seguirà.
Mentre la magistratura temporeggia, i lavori vanno avanti nonostante i rallentamenti: quotidianamente assistiamo ai continui via vai di escavatori e ruspe, da sommarsi ai mezzi delle forze dell’ordine e anche di cittadini privati non autorizzati, liberi di entrare nella riserva dai varchi lasciati aperti per far passare i mezzi delle ditte. Nuove aree sono state cantierizzate nella Zona a Protezione Speciale e un boschetto di oltre 60 alberi grandi, sani e in larga parte autoctoni, sede di nidi di picchio, è stato raso al suolo in due soli giorni.
Complice la rincorsa delle scadenze PNRR il progetto si trascina avanti tra atti di forza della pubblica sicurezza e menzogne manifeste di Giunta e Ente Parco; i lavori non sono stati interrotti neanche dopo che uno degli alberi abbattuti è stato lasciato cadere sulla recinzione di cantiere, colpendo due persone e trascinando con sé nel crollo un cavo della luce.
Nonostante l’entità del danno sia già incalcolabile (e irreparabile, come nel caso di un albero pluridecennale sano che viene abbattuto), c’è ancora tanto da salvare al Meisino: questo ecocidio per interessi privati si può ancora fermare!
Il 27 marzo dalle ore 12:30 saremo in presidio davanti al Tribunale di Torino per farci sentire insieme a tutta quella parte di città che non si rassegna di fronte alla mercificazione del verde pubblico: chiediamo che la nostra voce venga finalmente ascoltata.
UNISCITI A NOI PER DIFENDERE IL PARCO DEL MEISINO!
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.
ALBERIcantiericomitati territorialiECOLOGIAECOLOGIA POLITICASalviamo il Meisino