Comunicato sull’incontro pubblico del 24 agosto al parco della Confluenza
Riportiamo il testo che è stato diffuso a seguito dell’incontro tenutosi al parco della Confluenza a Torino che ha visto la partecipazione di numerosi comitati cittadini e realtà che hanno deciso di indicare la responsabilità da parte dell’amministrazione cittadina nel dare priorità a grandi eventi che non tengono conto delle loro conseguenze sull’ecosistema del territorio.
Non è nuova la tendenza torinese nel privilegiare momenti di grande affluenza per riabilitarsi agli occhi di un pubblico giovane che non trova alcuna offerta sostenibile, sia economicamente che ecologicamente, da parte della città al bisogno di socialità e aggregazione. Il grande evento dal nome Todays Festival è un esempio tra gli altri, ricordiamo infatti l’Eurovision al parco del Valentino, valutato soltanto in merito ai milioni di ricaduta per il sistema Torino e in termini di turisti. Eppure in città vi sono intere aree cementificate che potrebbero ospitare iniziative di carattere musicale e culturale che dovrebbero essere realmente accessibili e gratuite.
La sensibilità e la cura per il proprio territorio, inteso come ecosistema umano e non umano in cui vivere in maniera sostenibile e dignitosa, è un tema trasversale a tutte le anime che compongono una nuova attivazione all’interno della nostra città. Per questi motivi ci sembra importante darne visibilità e invitare al prossimo appuntamento che si terrà lunedì 2 settembre alle ore 17 in piazza Sofia.
L’opposizione della cittadinanza alle dissennate politiche della Giunta Lo Russo non si ferma neanche ad agosto. Non può fermarsi, dato che proprio a fine agosto minacciano di sommarsi due oltraggi speculativi sul verde pubblico, e su quello di maggior pregio, per di più: il parco del Meisino, che include una Zona a Protezione Speciale della Rete Natura2000, e il parco della Confluenza, area contigua alla suddetta Zona a Protezione Speciale, e perciò oggetto anch’esso, in teoria, di tutela.
In teoria, perché proprio in questi giorni stanno planando su queste aree il Todays Festival (al parco della Confluenza) e, probabilmente, l’avvio dei cantieri della Cittadella dello Sport (al parco del Meisino). Disturbo per la fauna selvatica sull’una e sull’altra sponda, di notte e di giorno, con il sostanziale e vergognoso avallo dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che, solo lunedì scorso, ha emesso una tardiva Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA) in cui prescrive alcune misure per mitigare (non si sa nemmeno di quanto) i danni alla fauna selvatica arrecati dalla presenza di migliaia di persone e dal grave impatto sonoro e luminoso di sei serate di concerti. Lasciando, pare, agli organizzatori di applicare tali misure, di “autocontrollarsi”, per così dire, perché nella valutazione non si parla di soggetti terzi che effettuino direttamente i controlli, Ente compreso, e accettando la possibile sovrapposizione del disturbo dei cantieri al parco del Meisino e degli spettacoli al parco della Confluenza.
Per questo l’altro ieri, sabato 24 agosto, la mobilitazione ormai conosciuta come No Todays al parco della Confluenza ha convocato, nel margine del parco al di fuori dell’area transennata, un incontro pubblico e conferenza stampa per discutere della situazione e rispondere alle dichiarazioni (false) degli organizzatori (i fratelli Boasi della Fondazione Reverse) secondo cui la Fondazione avrebbe aperto un confronto sereno e vi sarebbe un dialogo tra le parti. Non può esserci dialogo tra i cittadini e dei soggetti privati che si appropriano, per quasi un mese, di un parco pubblico, in prossimità di un’area protetta. Il festival “della sostenibilità e dell’inclusione” per 25 giorni sottrae il parco agli abitanti. Non solo impedisce la fruizione di uno spazio naturale vitale per le persone ma, chiudendo l’unica strada interna — il tratto ciclabile che collega Ponte Amedeo VIII alla Colletta —, costringe i ciclisti a percorrere strada Settimo, accidentata e pericolosa per chi si muove su due ruote. Non porta alcun beneficio, neanche economico, al quartiere. Come al solito in questi grandi eventi, molto lavoro viene svolto gratuitamente da volontarie e volontari pagati con un panino e una t-shirt con il logo.
L’assemblea è stata molto partecipata: oltre ai fondatori e alle fondatrici del gruppo No Todays al parco della Confluenza erano presenti esponenti dei comitati torinesi — che si vanno moltiplicando in tutti i quartieri via via che aumentano le aggressioni al verde pubblico da parte dell’Amministrazione — abitanti del quartiere, altr* cittadin* assieme a molte associazioni ambientaliste. Si sono susseguiti interventi delle realtà che avevano dato l’adesione (e non solo), le quali hanno ripercorso le vicende che hanno portato a trasformare il Todays Festival da appuntamento musicale annuale caratterizzante la zona di confine tra Barriera di Milano e Rebaudengo a grande evento che si abbatte su un parco di pregio, letteralmente snaturandolo. Hanno puntato il dito contro i responsabili: la Giunta Lo Russo, i consiglieri e le consigliere di maggioranza (e anche molt* dell’opposizione), concordi sullo sfruttamento dei parchi pubblici per far girare un’economia privata ed effimera, senza alcun ritorno per il quartiere e senza considerazione per ambiente ed ecologia. Ma è stata rilevata anche la responsabilità dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che, anziché respingere questa localizzazione del Festival, l’ha approvata con prescrizioni molto discutibili creando così un precedente per la replica dell’evento nello stesso parco o in altra area protetta.
Dalla Valutazione d’Incidenza Ambientale si è appreso inoltre che gli organizzatori avevano proposto addirittura di piazzare il palco sull’isolone Bertolla, sede di una colonia di aironi cenerini, o nella Zona Naturale di Salvaguardia dei laghetti della Falchera, o all’Arrivore, in un’altra delicata zona di rifugio faunistica. Una presa in giro nei confronti degli ambientalisti che si sono mobilitati a maggio, appena saputa la notizia della scelta del parco della Confluenza. Una presa in giro a cui l’Ente di Gestione delle Aree Protette non ha ritenuto di mettere fine bocciando il progetto come avrebbe meritato. La sede del parco della Confluenza è stata considerata una specie di male minore: se anche minore fosse, sempre male è, e se il male si può evitare, perché non evitarlo, invece di tentare una vaga e probabilmente inefficace “mitigazione”?
Tra gli interventi si segnala quello di Legambiente metropolitano, che ha tra l’altro sottolineato la similitudine con il caso della ruota panoramica che l’amministrazione comunale vuole installare ai Giardini Ginzburg, alla quale l’associazione è contraria trattandosi sempre di sfruttare aree verdi per fini estranei alla loro natura. E quello del Comitato Dora Spina 3, che dopo aver ricordato che il Parco Dora è da anni usato da privati per attività che ne impediscono l’uso per le persone e arrecano danni all’ambiente naturale, ha informato che per la sua gestione il Consiglio comunale ha approvato la costituzione di un comitato misto pubblico-privato, introducendo una pericolosa forma di gestione delle zone parco cittadine.
È stato sottolineato, da più interventi, come le deroghe che gli amministratori hanno concesso per questo progetto finiscano per tradursi in una deroga alla democrazia: si allargano le maglie per lasciare campo libero a certi privati, mentre si nega diritto di partecipazione ai cittadini, i cui spazi di protesta si vanno riducendo sempre di più anche per effetto delle norme nazionali.
All’assemblea è seguita una “passeggiata” degli/delle aderenti alla mobilitazione fino alle recinzioni che impediscono il transito sulla pista ciclabile. Da dietro le recinzioni, su cui è appeso un cartello privo delle informazioni necessarie sul cantiere, è arrivata una risposta sotto forma di musica che, benché non sparata al volume che sarà usato durante il concerto, produceva risonanze disturbanti per le persone presenti. E per la fauna? Il disturbo dovuto all’emissione di musica si era manifestato inoltre già all’ingresso del parco in piazza Sofia, in orario diurno, percepito anche dagli abitanti della zona, che hanno segnalato anche condizioni di sofferenza e fastidio per le emissioni avvenute in orario notturno la sera stessa.
L’opposizione al Todays Festival nel parco della Confluenza è appena iniziata, e proseguirà nei prossimi giorni, anche informando la popolazione del quartiere che sta subendo i maggiori disagi. L’intento è far sì che non si ripeta l’abuso di un’area di valore naturalistico come il parco della Confluenza per piazzarvi un grande evento: si vuole avviare una discussione pubblica allargata sulla salvaguardia dei nostri parchi urbani e sulla nocività dei grandi eventi.
Hanno preso la parola nell’incontro pubblico: Legambiente Metropolitano, OST Barriera, Comitato per la difesa del parco della Pellerina, Potere al Popolo Torino, OSA Torino, Cambiare Rotta, USB, NO TAV Torino e cintura, Comitato Dora Spina 3, Salviamo il Meisino, Salviamo gli Alberi di corso Belgio.
Hanno aderito all’incontro pubblico: OST Barriera, Potere al Popolo — Torino, Ecoresistenze per Cambiare Rotta, Salviamo il Paesaggio — Torino, Gruppo Alberi Urbani, Comitato Difesa del Parco della Pellerina, Assemblea Pellerina No Ospedale nel Parco, Cambiare Rotta Torino, OSA Torino, Circolo L’Aquilone Torino Legambiente, Legambiente Metropolitano Torino e area metropolitana, Associazione Ecopolis, Salviamo i prati, Comitato Dora Spina Tre, Salviamo il Meisino, NO TAV — Torino&Cintura, Toroller Collective, Friday For Future — Torino
No Todays al Parco della Confluenza
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