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Continua la mobilitazione contro il progetto di parco eolico Imperia Monti Moro e Guardiabella

Il Comitato di InterVento Popolare, costituitosi per contrastare il progetto di un parco eolico denominato “Imperia Monti Moro e Guardiabella” ha iniziato una campagna comunicativa mediante l’affissione di striscioni e cartelli che esprimano la contrarietà al progetto sul territorio. In Liguria continuano a fioccare i progetti di parchi eolici, come per esempio quello presentato il 13 gennaio che dovrebbe colpire il Monte Chiappa sul confine tra Imperia e Savona e che riguarda i comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Andora, e sarebbe composto da sette enormi generatori.

Scrive il Comitato: “Il nuovo progetto di impianto eolico che dovrebbe interessare il territorio imperiese, contribuisce a riportare all’attenzione il tema dell’impatto di tali grandi opere sull’ambiente e le comunità locali.

Per contrastare il progetto denominato “Imperia Monti Moro e Guardiabella” della 18più energia srl, dopo la forte mobilitazione estiva, con numerosi e partecipatissimi incontri pubblici, nei mesi scorsi si è formato il Comitato di InterVento Popolare che raggruppa singoli cittadini e una trentina di associazioni.

Negli ultimi giorni ha preso il via una campagna di manifestazione di dissenso mediante l’affissione di striscioni e cartelli che esprimano contrarietà al progetto e siano simbolo visibile di sostegno alla battaglia delle amministrazioni locali, perché sindaci e consiglieri sentano di essere supportati con entusiasmo nel portare avanti la propria opposizione.

Dopo la comparsa dei primi striscioni, l’invito a tutte e tutti coloro che sono contrari al devastante progetto, è quello di unirsi all’iniziativa ed esporre al proprio balcone, o in posizione visibile, un messaggio di contrarietà al paventato mega-impianto eolico.

Sperando che gli striscioni si moltiplichino, si rinnova l’invito a partecipare all’incontro pubblico di aggiornamento e confronto previsto per SABATO 15 FEBBRAIO, alle ore 16, presso l’oratorio di S. Giovanni a Borgomaro“.

In questo documento il Comitato esprime le motivazioni della sua contrarietà all’opera, lo riportiamo di seguito.

PERCHÉ NO

  • Perché la bellezza di queste montagne che si tuffano in mare è un benecomunedatutelare, così come lastoriae ilpresentedelle comunità che le abitano.
  • Perché prevede opere che mettono fortemente a rischio il fragilissimo equilibrio idrogeologico di questi crinali, e minacciano di intralciare il complesso sistema delle acque sotterranee da cui dipende il nostro approvvigionamento.
  • Perché la logistica della fase di cantiere (49.000 viaggi di mezzi pesanti) e dei numerosissimi (più di 352) e delicatissimi trasporti speciali delle enormi e pesantissime componenti degli aerogeneratori sarebbe fortemente nociva per la salute e la sicurezza pubblica, e creerebbe un insuperabile disagio alla già fragile viabilità provinciale(il piano di trasporto previsto è fantascientifico!).
  • Perché si sono investite tante energie e tanto denaro di tutti noi per la valorizzazione di questi borghi, valli e montagne, per accettare di vedervi metter sopra una lunga fila di mega-mulini a vento, collegati da una strada più larga dell’Aurelia.

Perché nuove strade e fondamenta delle pale spazzerebbero via importanti sitiarcheologicie testimonianzestorichedella vita su questi monti.

  • Perché apporterebbe decisamente più danni e disagi (temporanei e permanenti), che benefici alle popolazioni, alle attività e al turismo del territorio.
  • Perché ha tutti i connotati di un’operazione speculativa con fondi pubblici (PNRR) e non di un’attività realmente ed efficacemente produttiva.
  • Perché la Regione Liguria ha indicato questi crinali come non idonei a ospitare impianti eolici e per i tanti vincoli che li caratterizzano (idrogeologico, paesaggistico, ambientale).
  • Perché per legge non si può fare alcuna opera su areerecentemente percorse dal fuoco, come sono purtroppo molte zone interessate dal progetto.
  • Perché non c’è traccia di garanzie concrete che l’impianto sarà temporaneo e verrà smontato dopo 30 anni, come dichiarato.
  • Perché esistono alternative per produrre energia da fonti rinnovabili nello stesso territorio, senza arrecare ulteriori danni a quel paesaggio che è anche ricchezza.

ecco perché il nostro no.

Non un “no pregiudiziale o ideologico”, ma

consapevole e motivato

da uno studio approfondito del progetto e da un amore enorme per questa terra.

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