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Per la resistenza degli alberi – tavola rotonda svolta durante il Campeggio No Base a San Piero a Grado (PI)

In questa porzione di territorio sul litorale toscano Governo, Regione e Comuni della comunità del Parco hanno dato assenso allo sviluppo ecocida di un progetto di base militare che comporterebbe la devastazione di 140 ettari di parco tra San Piero a Grado e Pontedera. Oggi è evidente la stretta connessione tra militarizzazione del territorio, speculazioni energetiche, missioni militari e al piano di Rearm Europe.  

In occasione del campeggio organizzato dal Movimento No Base all’interno del presidio di pace dei Tre Pini si sono svolti diversi momenti di approfondimento, in particolare ci soffermiamo su una tavola rotonda che ha avuto l’obiettivo di riflettere sulla storia sociale del territorio, in questo caso del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. 

La tavola rotonda è stata introdotta da Sondra Cerrai, insegnante di storia e filosofia e ricercatrice storica, che ha presentato il suo libro di ricerca sulla storia del Parco seguita da un intervento di Linda Maggiori, giornalista freelance e attivista che ha scritto il libro “Alberi. Fermiamo la mattanza”. Ne riportiamo alcuni passaggi. 

Linda Maggiori parlando di “mattanza degli alberi” si concentra sui territori alluvionali e le rive dei fiumi per mettere a fuoco in primo luogo la narrazione ribaltata che viene fatta per legittimare opere di cementificazione, taglio e devastazione. Il concetto di alberi che “ingombrano” in quanto la natura, in questo caso i fiumi, vada “pulita” per mano umana è portato come esempio in questo senso. Viene fatto riferimento in particolare alle basi militari, ai poligoni, agli ampliamenti di infrastrutture belliche che implicano un fortissimo impatto ambientale in territori che vengono considerati “vuoti”, basti pensare alla Sardegna.

Linda Maggiori

In secondo luogo, la narrazione paradossale alla quale assistiamo prende le sue origini da un’Unione Europea che, se con una mano si appresta a legiferare norme come la Nature Restoration Law, con l’altra impone transizione energetica a fini estrattivi e speculativi. In Italia inoltre vediamo un processo di accelerazione delle pratiche e delle poche misure ancora a tutela dei territori (seppur deboli e quasi mai ascoltate) come l’annullamento della VIA in caso di progetto di interesse strategico nazionale, militare molto spesso. 

Durante l’incontro ci si è interrogati poi sugli strumenti che ci si può dare per organizzarsi sui territori. Un gruppo di monitoraggio del Parco è nato nell’ultimo anno per presidiare il territorio e individuare eventuali movimenti connessi alla costruzione della nuova base militare; è attivo per denunciare il verificarsi di azioni anomale, o che dovrebbero essere considerate come tali, come nel caso di esplosioni, passaggi di mezzi che trasportano materiali di dubbia entità, il tutto tutelato dalle forze dell’ordine. 

Anche una mappatura del Parco, delle sue aree, dei suoi servizi, delle persone che lo vivono e lo attraversano, è stata proposta come ulteriore mezzo di conoscenza, organizzazione e cooperazione. 

Occorre dunque recuperare memoria storica del parco per allargare l’orizzonte di ciò per cui si lotta: un rapporto sostenibile con l’ecosistema, con gli alberi e con tutti gli organismi che lo compongono. Ciò diventa fondamentale dal momento in cui la narrazione che ci si trova a dover contrastare è quella che prova a legittimare attraverso il green washing la costruzione o la presenza di basi militari: il paradosso odierno, come se non bastasse la loro effettiva funzione, è che tali presidi bellici militari vengono narrati come presidi ambientali e di cura del territorio. A fronte di questo bisogna continuare a costruire una narrazione reale del territorio che provenga dal territorio. E non si tratta soltanto di narrazione dato che il 17% del suolo italiano è occupato da basi militari e molte sono all’interno di parchi, altre se ne vogliono costruire ex novo, come nel caso di San Piero a Grado ma dove esiste anche un’attivazione e un’opposizione popolare che va conosciuta, incontrata e ampliata in una prospettiva comune. 

Movimento No Base

 

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