Transizione ecologica: Cingolani predica male e razzola peggio
Ieri, 1 settembre, durante un incontro della scuola di politica di Italia Viva, il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, ha fatto un intervento il cui contenuto ha fatto molto discutere.
Da Antudo
Le “sparate” di Cingolani
Sarebbero già molte le cose di cui discutere, a partire dal fatto che Matteo Renzi organizzi una scuola di politica, ma su questo al momento sorvoliamo.
Le parole oggetto della discussione sono rivolte agli ambientalisti. «Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic – dice – ed è pieno di ambientalisti oltranzisti, ideologici. Loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non facciamo qualcosa di sensato», e aggiunge: «Sono parte del problema».
In questa delirante dichiarazione il ministro, però, ha confermato che stiamo andando «sparati» verso una catastrofe climatica, a meno che non si faccia qualcosa di sensato. E quindi ci chiediamo: cosa ha in mente Cingolani per fare quello per cui è pagato profumatamente, cioè trovare soluzioni? E ce lo chiediamo non perché ha attaccato gli ambientalisti, ma perché, ci pare che fino ad oggi tutte le azioni messe in atto da lui e dal suo ministero siano andate nella direzione opposta a quella verso cui dovremmo andare.
Chi è veramente parte del problema?
Quello che ci chiediamo, anche, è come chi scende in piazza per chiedere ai governi di fare tutto il possibile per ridurre la produzione di CO2, possa essere considerato parte del problema.
È chi va contro i mega impianti fintamente green, inutili per le comunità oltre che altamente impattanti per i territori, ad essere parte del problema?
È chi mesi fa, come noi, ha fortemente criticato il ministro per avere fatto ripartire gli iter autorizzativi per le trivellazioni in Sicilia e non solo, ad essere parte del problema?
Ovviamente no. E Pensiamo anzi che le dichiarazioni di Cingolani siano utili solo a difendere l’attuale modello di società, basato sui consumi e la crescita continua e a tutti i costi. Ed è folle pensare che senza mettere in discussione questo modello di sviluppo, si possa arrestare la crisi climatica. Anche per questo crediamo che siano i ministri come Cingolani ad essere parte integrante del problema, addetti ai lavori che invece di fare i nostri interessi, quelli delle comunità, difendono quelli delle multinazionali come Eni, responsabile della devastazione in cui versano interi territori della nostra isola e di tutto il mondo.
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