Brasile: Battisti rischia l’espulsione
Cesare Battisti sarà espulso dal Brasile, ha diffuso la notizia ieri un sito locale, Estadao, citando fonti giudiziarie. Dopo che, nel 2009, l’allora Presidente della Repubblica Lula, gli aveva concesso lo status di rifugiato politico, è arrivata ora la sentenza di espulsione dal giudice federale che ha però tenuto a precisare che si tratta di un istituto differente dall’estradazione. Questo significa che Battisti non sarà consegnato al proprio paese di origine, ovvero l’Italia.
“Si tratta del caso di un cittadino straniero con una situazione irregolare che, in quanto condannato per crimini nel suo Paese di origine, non ha diritto a rimanere in Brasile. Pertanto annullo l’atto di concessione della residenza di Cesare Battisti in Brasile e chiedo che venga applicato il procedimento di espulsione”, recita così la sentenza del giudice, che ha poi precisato che “Gli istituti di espulsione e estradizione sono ben distinti. L’espulsione non contraddice la decisione del presidente della Repubblica di non estradare, visto che non è necessaria la consegna del cittadino straniero al suo Paese di origine, in questo caso l’Italia, potendo essere espulso verso un altro Paese disposto ad accoglierlo”. La persecuzione infinita nei confronti dell’ex militante dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti, riporta al conflitto sociale radicale degli anni ’70 la cui eredità repressiva e giudiziaria continua a mantenere le sue nefaste conseguenze, a quasi quarant’anni di distanza. Il contributo di Geraldina Colotti giornalista del il Manifesto
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