Cesare Battisti arrestato al confine tra Brasile e Bolivia
L’ex militante dei Proletari armati per il comunismo fermato e arrestato dalla polizia durante un controllo alla frontiera tra Brasile e Bolivia.
La vicenda giudiziaria che vede coinvolto Cesare Battisti si è riaperta in queste ore, dopo che l’ex militante dei Pac è stato arrestato ieri dalla polizia federale brasiliana durante un controllo nella città di frontiera di Corumbà: secondo quanto riferito dalle autorità brasiliane, Battisti stava cercando di scappare e raggiungere la Bolivia. L’accusa è di esportazione illegale di valuta (l’ex militante – sempre secondo quanto riferito dalla polizia – aveva con sè 5000 dollari e 2000 euro in contanti).
Battisti, che oggi ha 62 anni, nel 2010 si è visto riconoscere lo status di rifugiato politico dall’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che decise di negare l’estradizione in Italia. Un argomento sul quale l’attuale presidente brasiliano Michel Temer ha finora evitato di pronunciarsi esplicitamente. La decisione di non consegnare l’ex militante al proprio paese di origine (in Italia nel 1988 è stato condannato all’ergastolo in contumacia) è da tempo motivo di accese polemiche tra i politici nostrani, allineati nel chiederne l’estradizione in una persecuzione infinita che rivela molto dell’assenza totale di un dibattito e una riflessione sull’esperienza della lotta armata nel nostro Paese.
Solo pochi giorni fa il governo italiano aveva inoltrato al presidente Michel Temer la richiesta di rivedere la concessione della cittadinanza a Battisti, passaggio preliminare per poter poi procedere all’estradizione. Secondo quanto riferito da un quotidiano brasiliano, poi ripreso dai media italiani il 25 settembre scorso, sia il ministero degli esteri che quello della giustizia brasiliani avevano dato parere positivo. Ora, con la notizia dell’arresto delle ultime ore, la polemica in Italia si è riaccesa, con l’ex premier Renzi a fare da capofila nella richiesta di consegnarlo all’Italia, seguito a ruota da Orlando, Alemanno e Meloni in un coro di trionfante retorica forcaiola.
In attesa di ulteriori aggiornamenti, sul caso Battisti riproponiamo questo approfondimento che pubblicammo già nel 2011: “Il caso Battisti: tutti i dubbi sui processi e le condanne, esposti punto per punto“.
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