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California: eugenetica e sterilizzazioni forzate in carcere per le detenute

Anche se il fenomeno si è ridimensionato dopo il 1950 però la legge che comunque consentiva le sterilizzazioni forzate, per esempio, non fu abrogata fino al 1979. Nel 1978, infatti, dieci donne presentarono querela e richiesta di risarcimento contro la struttura carceraria e l’ostetrico implicato. Perdettero, ovviamente, ma provocarono una reazione a catena con tante altre denunce presentate ovunque e grazie a questo si ridiscusse quella legge abominevole inserendo la variazione che parla di consenso informato e libertà di decisione data alle donne che dovrebbero esprimersi entro le 72 ore.

Una delle ragioni che portava alla sterilizzazione era il fatto che così facendo avrebbero fatto risparmiare soldi allo Stato che si rifiutava di assumersi la responsabilità dei costi dei bambini definiti “indesiderati” perché di provenienza non gradita dalla società. La società non voleva pagare per i figli di neri, latini, carcerati e “deboli di mente”. L’idea di fondo, negli anni ’30, era anche quella di mantenere sotto una certa soglia la natalità della popolazione “negra” e “messicana” perché la “razza” bianca fosse rappresentata in numero superiore.

Di questo orrore ovviamente per lo più si tace perché si sa che i razzisti stanno sempre altrove e giammai nella patria del neoliberismo, dove gli Stati prima di ogni altro luogo sulla faccia della terra hanno sperimentato il taglio delle spese per il welfare e hanno creato sacche di marginalizzazione e povertà garantendo privilegi sempre a pochi. Sarebbe bello sapere che è tutto finito e chiudere questa atroce parentesi con uno di quei lieto fine hollywoodiani. Non è così.

Complice il sovraffollamento, le condizioni disumane in cui la gente in galera viene trattata, la burocrazia complicata e la disinformazione che regna tra le persone rinchiuse in carcere, in due istituti di pena della California si è scoperto che sono state praticate dal 2006 al 2010 circa 150 sterilizzazioni estorte e forzate nei confronti di altrettante donne messicane. Ancora una volta la ragione di questi abusi sarebbe il fatto che lo Stato non vuole farsi carico delle spese per gli eventuali figli. Lo fanno per tagliare costi sul welfare e ovviamente non parlano della scelta precisa di sterilizzare donne soprattutto messicane in una stagione di ultrarazzismo e fondamentalismo antiabortista in cui tra muri e sorveglianze delle frontiere, leggi che impongono un nuovo apartheid, degenerazione del dibattito politico in cui la povertà diventa l’alibi per raccontare che sono sempre gli immigrati a togliere risorse agli americani veri (e vorrei tanto sapere di che americani veri parlano, i maya? gli aztechi? gli indiani d’america?), la pratica della sterilizzazione viene perfino descritta come un atto di bontà nei confronti di quella che una volta rinchiusa viene sedata, trattata in senso psichiatrico, come spesso accade anche ai e alle migranti che vengono rinchius* nei lager nostrani, e poi liberata di quel “fardello” e naturalmente tutto ciò per il suo bene.

Ecco, questa è una delle modalità attraverso le quali di esprime l’eugenetica neoliberista. Corpi utili alla produzione e al capitalismo. Se non sei utile tu non servi e il tuo utero, come tanti uteri di allevamento, bisogna evitare che faccia figli non autorizzati. Diversamente, se sei bianca, utile al capitale e a realizzare la società perfetta che piace tanto ai razzisti, allora per te si parlerà di piani di fertilità e sarai obbligata a una via crucis senza fine nel caso in cui vuoi un contraccettivo o vuoi abortire. Sono le due facce della questione. In entrambi i casi le scelte libere delle persone non contano. D’altronde i nazismi di scelte libere non ne concedono mai. No?

da Abbatto i Muri

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