InfoAut
Immagine di copertina per il post

Catalunya: alle due (differenti) coalizioni indipendentiste la maggioranza assoluta dei seggi

Hanno la maggioranza dei seggi le due differenti coalizioni elettorali indipendentiste: 72 seggi su un totale di 135. E’ questo il risultato più significativo delle elezioni tenutesi ieri, domenica 27 settembre 2015,  nella comunità autonoma di Catalunya (). Junts Pel Sì, ticket elettorale dei conservatori autonomisti del governatore uscente Artur Mas e il centrosinistra di Erc ha ottenuto 62 seggi mentre la Cup, Candidatura d’unità popolare, un’unione di forze e movimenti della sinistra riuniti in forma assembleare per “una Catalunya indipendente, socialista, sostenibile ecologicamente, equilibrata territorialmente e non patriarcale” triplica i consensi sul 2012 e ottiene 10 seggi (ne aveva 3) e l’8,2% (aveva il 3,5%).

Insieme hanno quindi, teoricamente, la maggioranza assoluta di 72 seggi su 135 nel nuovo parlamento catalano: non raggiungono per soli due punti percentuali il 50%, e si fermano al 47,8%, anche se in due delle quattro province – Girona a nord, Lleida a Ovest – sfondano il muro del 60% dei sì, mentre nella popolosa cintura di Barcellona i pro-indipendenza si fermano, si fa per dire, al 44,3%. Affluenza complessivamente molto alta, al 77%, ben 9% sopra a quella del 2012.

Le due forze sovraniste, molto distanti dal punto di vista politico e sociale, hanno però un obiettivo comune: l’indipendenza entro il 2017. Il portavoce della Cup, Antonio Banos, dopo il voto ha riassunto in un tweet la propria posizione: “Dedicato allo stato spagnolo: senza rancore, adios!” mentre il governatore uscente, il conservatore catalano Artur Mas, ha sostenuto che le elezioni “ci danno ora una forza enorme e una grande legittimità per portare avanti il progetto dell’indipendenza”.

Ora tra Junts Pel Sì e la Cup scatterà un difficile negoziato per formare uno governo di scopo che porti a elezioni costituenti e all’indipendenza in 18 mesi. La Cup ha però già detto di non volere rinnovare il mandato del governatore uscente Mas, coinvolto in una serie di scandali e autore di numerosi tagli sociali, e di preferire un altro nome.

Tra Barcellona e l’indipendenza c’è di mezzo però anche Madrid e le elezioni politiche nazionali del prossimo dicembre. I segnali catalani, per il partito di governo, i Popolari del premier Rajoy, sono tutt’altro che incoraggianti: il Pp ottiene solo 11 seggi, rispetto ai 19 di tre anni fa, prendendo di fatto gli stessi voti della Cup, attorno ai 340mila. Meno peggio del previsto, invece i socialisti catalani, che perdono quattro seggi, da 20 ai 16, evitando però un secondo tracollo dopo quello del 2012.

Il partito conservatore e populista, ma radicalmente anti-indipendenza, Ciudadanos (Cittadini) registra un netto successo e arriva secondo con 25 seggi e quasi il 18% dei voti: un’altra pessima notizia per Rajoy in vista delle legislative di dicembre, che potrebbero segnare la fine della carriera politica dell’attuale premier spagnolo, uno degli ultimi alfieri dell’austerity senza se e senza ma rimasti in Europa.

Infine, entra in Parlamento anche la lista di coalizione tra Podemos, Izquierda Unida e Verdi, chiamata Catalogna Sì si può: 8,9% dei voti e 11 seggi. Numeri sotto le attese, visto che nel 2012, Izquierda Unida e Verdi catalani, da soli, avevano ottenuto un punto percentuale in più (il 9,9%), pari a 13 seggi (due in più di ora).

Vi proponiamo un approfondimento sul risultato elettorale catalano con il nostro corrispondente da Barcellona Andrea De Lotto. Ascolta o scarica cliccando qui

QUESTIONE INDIPENDENTISTA – Il voto catalano è stato guardato con interesse e attenzione anche in un’altra zona della penisola iberica, quella del paese basco, altro popolo che da decenni lotta per l’indipendenza e chiede di autodeterminarsi.

Vi proponiamo un confronto su questo, alla luce del risultato elettorale catalano, con i nostri collaboratori Victor Serri, fotoreporter del settimanale catalano di movimento “La Directa”, e Giovanni Giacopuzzi, storico e autore di numerose pubblicazioni sul paese basco.

Ascolta o scarica il confronto cliccando qui

{mp3remote}http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2015/09/elezioniCatalane-Serri_giacopuzziconfronto.mp3{/mp3remote}

da Radio Onda d’Urto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.