Dalla svastica di Livorno a quella sul campo a Spalato
La svastica ‘disegnata’ sull’erba del campo di Spalato, apparsa nella gara con l’Italia è l’ultima triste impresa dei tifosi della Croazia. E a questo punto la nazionale balcanica, che per colpa dei suoi tifosi ha giocato a porte chiuse contro gli azzurri, rischia grossissimo. L’attenzione si sposterà di nuovo sui Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria e la Torcida dell’Hajduk, due gruppi di solito arcirivali ma che in nome del loro nazionalismo si uniscono quando gioca la nazionale. Saluti romani a braccio teso, bandiere con le svastiche e soprattutto slogan razzisti che sono stati le cause della decisione dell’Uefa di far giocare Croazia-Italia di oggi a porte chiuse. Dicevamo, ultima di una lunga serie di imprese: nel novembre scorso, duecento ultras croati costrinsero alla sospensione temporanea di Italia-Croazia a S. Siro, accompagnando i loro canti con un fitto lancio di fumogeni. Anche in quell’occasione esposero sugli spalti degli striscioni con disegnata una U stilizzata, ovvero il simbolo degli Ustascia, i nazisti croati responsabili nella seconda guerra mondiale di stragi di massa nei campi di serbi, ebrei e zingari. Il canto che in ognuna di queste occasioni si sente è “Za Dom Spremni”, traducibile in “Per la Patria, pronti!, il saluto degli Ustascia grido fatto in campo da Simunic e che al calciatore è costato una squalifica di dieci turni e quindi la partecipazione al Mondiale di Brasile 2014.
Ma i supporter croati fecero notizia anche a metà agosto del 2006, quando nella prima amichevole dell’Italia dopo il trionfo mondiale, e dell’esordio come ct di Donadoni, ‘disegnarono’ con i loro corpi una svastica sugli spalti dello stadio di Livorno, disponendosi secondo una precisa coreografia. A spingere gli ultras croati è un nazionalismo esasperato, lo stesso che sgorga dalle canzoni di Marko Perkovic (leader del gruppo Thompson), un ex combattente della guerra dell’indipendenza diventato divo da hit parade e che, a suon di metal rock, inneggia alla patria ed alle imprese degli ustascia. Alcune sue canzoni sono diventate la colonna sonora dei tifosi, che le intonano sempre dalle tribune quando gioca la nazionale.
Ad Euro 2008, a Vienna e Klagenfurt, i tifosi croati crearono vari problemi di ordine pubblico, con centinaia di arresti e duri scontri in particolare con i supporter turchi in occasione della sfida tra le due squadre. Una di queste scorribande, a Klagenfurt, vide protagonista fra gli altri Milivoj Asner, criminale di guerra sfuggito fino a quel momento ai tentativi di portarlo di fronte a un tribunale. Era un ex nazista che durante la seconda guerra mondiale era stato il capo della polizia ustascia rendendosi responsabile della deportazione e morte di migliaia di ebrei, serbi e zingari della regione di Slavonska Pozega. Tanto da meritarsi, all’epoca, il n.4 nella lista di Wiesenthal, ovvero l’elenco dei dieci maggiori criminali nazisti latitanti. Venne immortalato da alcuni fotoreporter, e poi identificato e fermato dalle forze dell’ordine, perchè, a 95 anni, non seppe resistere e quel giorno si unì ai gruppi di ultras croati che avevano invaso la capitale della Carinzia, intonando assieme a loro canti e slogan nazionalisti e razzisti.
da Sport People
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