Houston: la polizia spara e uccide un uomo disabile
La vittima, Brian Claunch, viveva da più di un anno in un istituto a causa di alcuni disturbi psichici.
Secondo quanto emerge dalla ricostruzione dell’episodio, il direttore del centro avrebbe chiamato una pattuglia sostenendo di essere stato minacciato dall’uomo in carrozzina; a quel punto c’è stato l’intervento della polizia e lo sparo dell’agente Matthew Jacob Marin che ha freddato Claunch con un unico colpo.
L’agente si è subito difeso sostenendo che Claunch stava minacciando una collega con un oggetto metallico che nessuno, a quanto pare, si è dato cura di identificare per quel che era realmente, ossia una penna stilografica.
L’omicidio di Claunch riapre la polemica sull’uso della violenza da parte della polizia statunitense; l’episodio di sabato va infatti ad aggiungersi ad una lunga lista di casi simili: solo negli ultimi mesi un uomo era stato ucciso in mezzo a Time Square mentre scappava da un gruppo di agenti che l’aveva sorpreso a fumare marijuana, mentre un altro (sempre a New York) era stato raggiunto da una raffica di proiettili perché considerato (peraltro erroneamente) l’autore di una rapina.
Andando a ritroso nel tempo gli episodi da citare sarebbero molti altri, tutti accomunati dalla sostanziale impunità degli agenti-giustizieri dal grilletto facile, tutelati dall’assenza di leggi che limitino in alcun modo l’uso della violenza da parte della polizia.
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