La partita dell’ipocrisia
Lo strumentalizzare il concetto di pace per fini propri è del resto patrimonio della chiesa cattolica, che altre volte nella sua storia non esitava, come ai tempi delle crociate o del sostegno alle dittature sudamericane, ad avere tutti altri atteggiamenti verso questo tema..e non sembra causale che la proposta di questa partita arrivi proprio oggi, nel mondo stravolto dalle vergognose imprese dei miliziani dello Stato Islamico. Un’operazione di pulizia e di immagine che ben si comprende all’interno del papato di Francesco, ben attento a sfruttare ogni chance di accrescere il patrimonio di fedeli a livello globale, sfruttando i venti di guerra e la recrudescenza delle frange più assatanate della galassia jihadista.
Sempre dimenticando l’appoggio de facto incondizionato del Vaticano a tutte quelle imprese di costruzione di ordine globale americano da cui deriva la tragedia attuale del Medio Oriente. Ma a riportare sulla terra tutti sono le parole di Aboutreika, calciatore della nazionale egiziana: “”Ho detto no per la partecipazione di sionisti. Stiamo dando un esempio alle nuove generazioni” All’interno della kermesse infatti scenderanno in campo giocatori filo-sionisti come Hemed, Auate e sopratutto Jossy Benayoun, ex calciatore del Liverpool recentemente attaccato per le sue posizioni sul conflitto di Gaza anche da Joey Barton, calciatore britannico vera twitstar che ha aperto una polemica in rete con il calciatore israeliano.
Ancora una volta il mondo del calcio e dello sport si dimostra teatro di manipolazione e di scontro per fini che vanno ben oltre il campo da calcio. Nelle parole di Aboutreika, nei tweet di Joey Barton, nelle magliette pro-Gaza di talenti come Kanoutè vediamo però come si possano ancora mandare messaggi importanti da parte di chi vive dentro e ai margini dei campi da calcio; cosa che qualifica già in maniera evidente chi si presterà alla pagliacciata che sarà trasmessa nei prossimi giorni sui raiUno, probabilmente reduce anche dalla sua doccia fredda di rito..
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