Parma: centinaia in corteo contro carcere e 41bis, città blindata
Diverse centinaia di persone si sono radunate oggi a Parma per il corteo nazionale convocato contro il carcere e il dispositivo del 41 bis che stabilisce l’isolamento per i detenuti. La scelta della città per la convocazione del corteo non è stata casuale dal momento che nel carcere di Parma i detenuti sottoposti al regime di 41bis sono più di 50.
L’elemento che saltava subito all’occhio a quanti oggi pomeriggio confluivano verso piazzale Vittorio Emanuele per il concentramento del corteo era l’atmosfera soffocante messa in piedi per l’occasione, prevedibile conseguenza del clima di allarmismo diffuso nei giorni scorsi dall’amministrazione cittadina guidata dal grillino Pizzarotti. Lo spettacolo che si presentava era quello di una città blindata, con la maggior parte delle strade che portavano alla partenza chiuse, i negozi con le serrande abbassate, decine di agenti schierati ovunque e un elicottero che sorvolava insistentemente il cielo sopra il corteo.
Dopo aver atteso che la piazza si riempisse non solo di cittadini di Parma ma anche delle tante delegazioni arrivate da tutta Italia, il corteo è partito nel pomeriggio, attraversando il centro città fino a raggiungere intorno alle 18 la zona del carcere, situato nella parte più periferica di Parma.
Negli interventi che hanno scandito il procedere del corteo e hanno rotto il silenzio di fronte al carcere è stato denunciato l’uso sempre più ampio che si fa del dispositivo di isolamento contro chiunque venga reputato un ‘pericolo sociale’ e affiliato a qualsivoglia organizzazione, facendone uno strumento per spezzare la solidarietà e le lotte dentro il carcere punendole con l’isolamento e l’esclusione sociale.
Dure anche le critiche rivolte al sindaco che nei giorni scorsi ha criminalizzato e attaccato a più riprese la convocazione del corteo, sostenendo che avesse lo scopo di legittimare la criminalità organizzata e mafiosa: una strumentalizzazione evidentemente falsa e faziosa, rispedita al mittente dall’assemblea di lotta ‘Uniti contro la repressione’ che ha affermato come l’intento della manifestazione fosse ben diverso, ovvero quello di denunciare l’uso sempre più ampio che si fa del 41 bis, portare solidarietà ai detenuti in lotta e denunciare tutto il marcio che informa un dispositivo carcerario votato esclusivamente al punimento e all’esclusione sociale. Alcuni interventi hanno anche ricordato che ancora di carcere si muore, una realtà testimoniata da una tristemente lunga lista di decessi nelle celle italiane.
All’arrivo di fronte al carcere è stato montato un impianto dal quale hanno iniziato a susseguirsi diversi interventi, mentre centinaia di persone hanno iniziato una battitura sulle inferriate che circondano il penitenziario e sono stati sparati alcuni fuochi d’artificio per cercare di rompere l’isolamento tra il presidio e l’interno del carcere e raggiungere i detenuti con la solidarietà che riempiva la zona antistante. La risposta non ha tardato ad arrivare: poco dopo, infatti, dal carcere sono riecheggiate le grida dei detenuti che invocavano ‘libertà!’.
(sul dispositivo del 41bis segnaliamo anche questo articolo di Baruda.net)
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